giovedì 28 febbraio 2008

Torta al cioccolato








Ingredienti:




350 g Cioccolato fondente




200 g Zucchero



250 g Burro



5 cucchiai Farina



5 Uova


Ricetta:
Sbattere energicamente i tuorli con lo zucchero, tenendo da parte le chiare; sciogliere a bagnomaria il burro con la cioccolata.
Quando è sciolta, unirla all'uovo sbattuto e mescolare il tutto.
Aggiungere la farina poco per volta, facendo attenzione a non far grumi.
Montare le chiare a neve ed aggiungerle delicatamente all'impasto.
Mettere in una tortiera rotonda imburrata del diametro massimo di 26 cm, mettere in forno caldo (180°) e cuocere per 35 minuti.
Lasciar raffreddare e cospargere di zucchero al velo.

Trailer Chocolat

JOHNNY DEPP - CHOCOLAT (Long Version)

Film - Chocolat
















Chocolat
Un film di Lasse Hallström. Con Juliette Binoche, Leslie Caron, Alfred Molina, Johnny Depp, Lena Olin , Peter Stormare, Judi Dench, Carrie Ann Moss. Genere Commedia, colore 121 minuti. - Produzione USA 2000.




Francia, 1959. In una notte ventosa la misteriosa Vianne e sua figlioletta Anouk giungono nel paesino di Lansquenet-sous-Tannes. Vianne affitta un negozio dalla vedova Armande e pochi giorni dopo apre un raffinato negozio di cioccolata. Il negozio si trova proprio di fronte alla chiesa e desta subito l'attenzione della piccola comunità. Il sindaco, conte di Reynaud, giudice della morale pubblica non vede di buon occhio la novità. Per di più Vianne ha una sorta di sesto senso per intuire le debolezze di ognuno e per consigliare la pralina giusta per ogni desiderio. In poco tempo il suo negozio diventa il più frequentato. Ognuno può trovare momentaneo rimedio alle proprie difficoltà. Reynaud non può sopportarlo e chiama a raccolta la popolazione benpensante per boicottare il negozio. Finché un giorno giunge in paese Roux, uno zingaro musicista che decide di stare dalla parte di Vianne. Qualcuno ha scritto che si tratta di un "Footlose al cioccolato" e forse è vero. Certo è che Hallstràm, dopo Le regole della casa del sidro, torna ad indagare sulle dinamiche dello scandalo. Questa volta lo fa con i toni della commedia, avvalendosi di un cast di grande livello e non dimenticando la famiglia (Lena Olin è sua moglie). Anche se il vero protagonista non ha avuto bisogno di scritture

mercoledì 27 febbraio 2008

Marmellata d'uva


Per quante persone : 4
Ingredienti 500 g uva

300 g zucchero il succo di 1/2 limone


1 stecca vaniglia


Preparazione : 10 min Cottura : 15 min Tempo complessivo : 25 min
Lavare e mondare l’uva, sgranare gli acini, quindi spellarli, tagliarli a metà e privarli dei semi. In una terrina far macerare l’uva con lo zucchero, il succo di limone e la stecca di vaniglia tagliata a metà nel senso della lunghezza, per almeno 12 ore in un luogo fresco. Travasare il composto in una casseruola per marmellate. Portare a ebollizione. Schiumare. Lasciar sobbollire 10 minuti prima di spegnere. Versare la marmellata calda in barattoli a chiusura ermetica, già sterilizzati e intiepiditi. Riempire quasi sino all’orlo e chiudere velocemente. Conservare al fresco. Una variante: per rendere questa marmellata ancora più golosa basta aggiungere 100 g di uvette macerate in 2 dl di rum per qualche ora, un minuto prima di spegnere la marmellata. Questa marmellata è adatta a ripieni di strudel e brioche e si accompagna bene alla frutta secca e al cioccolato extra fondente.

martedì 26 febbraio 2008

Cucina Francese - Zuppa al Formaggio


Zuppa al formaggio

Ingredienti

300 g di pane di segale, 250 g di formaggio cantal giovane, 70 g di lardo, 1 cipolla, 1 dl di brodo di verdure, 2 cucchiai scarsi di panna, pepe.
Preparazione
In un tegame antiaderente fate fondere a fuoco moderato il lardo tritato finemente e fatevi dorare la cipolla sbucciata e affettata. Portate intanto a ebollizione il brodo e unitevi quindi la cipolla con il suo grasso di cottura e ogni residuo di lardo. Poi lasciate sobbollire il tutto per una ventina di minuti.In una pirofila sistemate a strati alterni il pane tagliato a fette e il formaggio tagliato a fette sottilissime, versatevi sopra la panna e da ultimo il brodo bollente. Lasciate per 15 minuti nel forno preriscaldato a 180° e infine servite in ciotole o piatti fondi.

La Mimosa



La Mimosa


Acacia Dealbata, è un albero di origini Australiane che da quasi duecento anni si è adattato bene in Europa nelle regioni dal clima temperato. Nelle sue terre di origine arriva a svilupparsi fino a 30 m di altezza mentre da noi non supera i 12 m.La mimosa è un albero ornamentale che a miti temperature si sviluppa molto velocemente, le foglie sono bipennate di colore verde opaco, i fiori giallo intenso sono raggruppati a grappoli ed emanano un profumo inconfondibile. Proprio al fiore è dovuta la notorietà della mimosa, da mezzo secolo è il simbolo della Festa delle donne dell’8 marzo. Cure e manutenzione
La mimosa si adatta ad ogni tipo di terreno anche se preferisce quelli più acidi, va piantata al riparo dai venti e soprattutto dal gelo, un inverno troppo rigido e le gelate far morire la pianta. Per i primi anni la mimosa va potata accorciano abbastanza corti i rami, successivamente può anche non essere potata o solo dopo la fioritura per stimolare nuovi getti.
Riproduzione
L
a mimosa può essere riprodotta a primavera per semina, i semi sono contenuti a gruppi in baccelli di 10 cm prodotti dalla pianta, mettere i semi della mimosa in acqua calda per un paio di giorni e successivamente interrarli in un composto di sabbia e terra, la germogliazione avverrà entro un mese.La riproduzione avviene anche per talea da praticare sempre nei mesi primaverili interrando dei rametti in vasi con terra e sabbia e mantenendo umido.

La Mimosa
In Inghilterra, nel secolo scorso, le ragazze meno carine erano solite infilare un fiore d’acacia nell’occhiello della giacca, della camicetta oppurefra i capelli per esibire la loro ideologia. Diverso significato veniva attribuito alla Mimosa dagliindiani d’America; in base ad una vecchiausanza un ramoscello d’acacia era donato daogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore. Il loro aspetto delicato nasconde forzae vitalità; per questo è simbolo di forza e femminilità.

sabato 23 febbraio 2008

Risotto con Roselline


Risotto con roselline





100 Grammi di Funghi champignons



25 grammi di burro



2 cucchiai di olio


cipolla


300 grammi di riso



mezzo bicchiere di spumante secco

brodo




petali di rosa canina



Tagliare a fettine sottilissime e 100 grammi di funghi champignons freschi dopo averli accuratamente puliti. In una padella sciogliere 25 grammi di burro, unire 2 cucchiai di olio e gettarvi la cipolla e i funghi a rosolare leggermente. Aggiungere 300 grammi di riso e fare insaporire. Bagnare il riso con mezzo bicchiere di spumante secco (o Champagne!), fare evaporare poi coprire con brodo di pollo caldo. Far cuocere, a fuoco medio, per 10 minuti versando man mano altro brodo, se necessario. A questo punto unire al riso due belle manciate di petali di rosa canina (precedentemente lavati), mescolare e proseguire la cottura ancora per 7 o 8 minuti poi spegnere. Tritare 2 o 3 steli di erba cipollina e unirli al riso. Per ultimo incorporare alcune cucchiaiate di panna e di parmigiano. Servire.

giovedì 21 febbraio 2008

La Malva








La Malva




Erbacea annuale della famiglia delle Malvacee, biennale, o perenne, estremamente rustica,un tempo largamente diffusa presso le case, oggi sempre più rara da trovare, ma cha abbonda nell'habitat naturale circostante il nostro agriturismo. Le foglie sono rotondeggianti e incise da lobi triangolari, talvolta frastagliate o arricciate a seconda delle varietà. I fiori sono solitamente di un bel rosa tendente al violetto che è detto appunto color malva; sono larghi circa tre centimetri, qualche volta sino a cinque e presentano petali smarginati, percorsi per tutta la lunghezza da linee di colore più intenso. La fioritura avviene in estate, a partire dal mese di luglio e può protrarsi sino all'autunno. Usata in cucina, bellezza e salute sin dalla più remota antichità, si dice che perfino Pitagora, il famoso filosofo e matematico dell'antica Grecia, riferendosi alle enormi virtù di quest'erba scrisse: "semina la malva, ma non mangiarla; essa è un bene così grande da doversi riservare al nostro prossimo, piuttosto che farne uso con egoismo per il nostro vantaggio".
Molto utile per la salute, la malva contiene sostanze efficaci in diversi disturbi delle mucose interne: è utile in gastriti, laringiti, tossi, in quanto esercita un'azione emolliente e anticatarrale. Per sfruttare al massimo i suoi benefici l'infusione deve avvenire a freddo: va posto, per una intera notte, un cucchiaio di malva in 1/4 di litro d'acqua fredda. Questa dose, sufficiente per un giorno, va bevuta in due o tre volte, dopo averla leggermente riscaldata.
Le foglie possono venire raccolte durante tutta l'estate, benché giugno e luglio siano i mesi migliori, ma sempre nelle prime ore del mattino, non appena si è asciugata la rugiada; i fiori vanno colti in bocciolo, prima che la fioritura sia completa. Una volte essiccate all'ombra le foglie e i fiori di achillea si conservano in scatole o vasi a chiusura ermetica.
In cucina le foglie fresche e tenere della malva lessate, condite con limone, olio, sale e pepe, consumate per qualche giorno come verdura la sera, oltre a essere gradevolissime di sapore esercitano un'azione lassativa che sarà apprezzata da chi soffre di stitichezza cronica.
In cosmesi la malva è emolliente e rinfrescante: facendo bollire, per una decina di minuti, due manciate di foglie di malva in una tazza d'acqua, si ottiene un liquido che, filtrato e raffreddato, va applicato al viso con un tampone di cotone e lasciato agire per qualche minuto. L'effetto rilassante è assicurato e sarà stupefacente se, dopo questa operazione, si passerà accuratamente sul viso un cetriolo. La cura di bellezza sarà completata da un risciacquo con acqua tiepida.

martedì 19 febbraio 2008

Poesia "L'Aquilone"


AQUILONE

un aquilone
color del vento
gioca su una bianca spiaggia
con un piccolo nudo bambino lieve
possente come un desiderio
un refolocolor arcobaleno
trasporta il bimbo
sull'aquilone
dalle bianche spiagge della vita
bimbi d'ogni età guardano l'aquilone dei miei sogni

Poesia Giosuè Carducci - Davanti a San Guido"


I cipressi che a Bòlgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,

Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.
Mi riconobbero, e "Ben torni omai"
Bisbigliaron vèr' me co 'l capo chino"
Perché non scendi? Perché non ristai?
Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Oh sièditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d'una volta: oh non facean già male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perché fuggi rapido così?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d'intorno ancora. Oh resta qui!"
"Bei cipressetti, cipressetti miei,
Fedeli amici d'un tempo migliore,
Oh di che cuor con voi mi resterei"
Guardando lor rispondeva, "oh di che cuore!
Ma, cipressetti miei, lasciatem'ire:
Or non è più quel tempo e quell'età.


Se voi sapeste!... Via, non fo per dire,
Ma oggi sono una celebrità.
E so legger di greco e di latino,
E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù:

Non son più, cipressetti, un birichino,

E sassi in specie non ne tiro più.
E massime a le piante". Un mormorio
Pe' dubitanti vertici ondeggiò
E il dì cadente con un ghigno pio
Tra i verdi cupi roseo brillò
Intesi allora che i cipressi e il sole
Una gentil pietade avean di me,

E presto il mormorio si fe' parole:"


Ben lo sappiamo: un pover uom tu se'.
Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
Che rapisce de gli uomini i sospir,
Come dentro al tuo petto eterne risse

Ardon che tu né sai né puoi lenir.
A le querce ed a noi qui puoi contare
L'umana tua tristezza e il vostro duol.
Vedi come pacato e azzurro è il mare,
Come ridente a lui discende il sol!
E come questo occaso è pien di voli,
Com'è allegro de' passeri il garrire!

A notte canteranno i rusignoli:
Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;
I rei fantasmi che da' fondi neri
De i cuor vostri battuti dal pensier

Guizzan come da i vostri cimiteri
Putride fiamme innanzi al passegger.
Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,
Che de le grandi querce a l'ombra stan
Ammusando i cavalli e intorno intorno
Tutto è silenzio ne l'ardente pian,
Ti canteremo noi cipressi i cori
Che vanno eterni fra la terra e il cielo:
Da quegli olmi le ninfe usciran fuori
Te ventilando co 'l lor bianco velo;
E Pan l'eterno che su l'erme alture
A quell'ora e ne i pian solingo va
Il dissidio, o mortal, de le tue cure
Ne la diva armonia sommergerà".
Ed io: "Lontano, oltre Apennin, m'aspetta
La Tittì" rispondea; "Lasciatem'ire.
È la Tittì come una passeretta,
Ma non ha penne per il suo vestire.
E mangia altro che bacche di cipresso;
Né io sono per anche un manzoniano
Che tiri quattro paghe per il lesso.
Addio, cipressi! addio, dolce mio piano!".
"Che vuoi che diciam dunque al cimitero
Dove la nonna tua sepolta sta?
"E fuggìano, e pareano un corteo nero
Che brontolando in fretta in fretta va.
Di cima al poggio allor, dal cimitero,
Giù de' cipressi per la verde via,

Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia:
La signora Lucia, da la cui bocca,
Tra l'ondeggiar de i candidi capelli,
La favella toscana, ch'è sì sciocca
Nel manzonismo de gli stenterelli,
Canora discendea, co 'l mesto accento
De la Versilia che nel cuor mi sta,

Come da un sirventese del trecento,
Piena di forza e di soavità.
O nonna, o nonna! Deh com'era bella
Quand'ero bimbo! Ditemela ancor,

Ditela a quest'uom savio la novella

Di lei che cerca il suo perduto amor!
"Sette paia di scarpe ho consumate
Di tutto ferro per te ritrovare:
Sette verghe di ferro ho logorate


Per appoggiarmi nel fatale andare:
Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare".
Deh come bella, o nonna, e come vera

È la novella ancor! Proprio così.
E quello che cercai mattina e sera
Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,
Sotto questi cipressi, ove non spero,
Ove non penso di posarmi più:
Forse, nonna, è nel vostro cimitero
Tra quegli altri cipressi ermo là su.
Ansimando fuggìa la vaporiera
Mentr'io così piangeva entro il mio cuore;
E di polledri una leggiadra schiera

Annitrendo correa lieta al rumore.
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.
Di Giosuè Carducci

Testo - Impressione di settembre

Premiata Forneria Marconi (PFM) Mogol - Pagani - Mussida
(1971)

Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole, ma non c'è.Dorme ancora la campagna, forse no,


è sveglia, mi guarda, non so.
Già l'odor di terra, odor di grano
sale adagio verso me,
e la vita nel mio petto batte piano,
respiro la nebbia, penso a te.
Quanto verde tutto intorno, e ancor più in là
sembra quasi un mare d'erba,
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda...Un cavallo tende il collo verso il pratoresta fermo come me.Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
respiro la nebbia, penso a te.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono solo, solo il suono del mio passo.e intanto il sole tra la nebbia filtra già
il giorno come sempre sarà.

lunedì 18 febbraio 2008

Goccia di rugiada


Goccia di rugiada
F
orse la poesia è una nube che scende dal cielo per farsi aquilone
in cerca di "un bimbo"con il quale giocare

domenica 17 febbraio 2008

Voi che sapete (Le nozze di Figaro)

Le Nozze di Figaro - Mozart Atto II "Voi che sapete"




" Le Nozze di Figaro "
Opera buffa in quattro atti Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Libretto di Lorenzo da Ponte (1749 - 1838) Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater 1. maggio 1786
Atto II – “Voi che sapete che cos’è l’amor”

CHERUBINO
V
oi che sapete
che cosa è amor,
donne, vedetes'io l'ho nel cor.
Quello ch'io provovi ridirò,
è per me nuovo,
capir nol so.
Sento un affetto
pien di desir,
ch'ora è diletto,
ch'ora è martir.
Gelo e poi sento
l'alma avvampar,
e in un momento
torno a gelar.
Ricerco un benefuori di me,
non so chi'l tiene,
non so cos'è.
Sospiro e gemosenza voler,
palpito e tremo
senza saper.
Non trovo pacenotte né dì,
ma pur mi piace
languir così.
Voi che sapete
che cosa è amor,donne,
vedetes'io l'ho nel cor.

giovedì 14 febbraio 2008

Carl Warner - Fotografo

Carl Warner è un ingegnoso fotografo che immortala in modo estremamente originale i suoi paesaggi creandoli solo con prodotti commestibili. Si racconta che abbia iniziato questa sua arte per convincere i propri figli a mangiare più frutta e verdura.







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