mercoledì 28 gennaio 2009

Film - A Room with a View - Camera con vista













Film - Camera con Vista








Camera Con Vista (A Room with a View)
Cast
Maggie Smith, Julian Sands, Denholm Elliott, Simon Callow, Patrick Godfrey, Judi Dench, Rupert Graves, Maria Britneva
Regia
James Ivory
Durata
01:55:00
Generi
Commedia, Romantico
Distribuito da
BIM DISTRIBUZIONE (1986) - AUDIOVISIVI
Trama
Nel 1907, guardata a vista e scrupolosamente protetta da Charlotte, una solerte cugina zitella, la giovane Lucy, appartenente a facoltosa famiglia inglese, viene a visitare Firenze e prende alloggio alla pensione Bartolini, senza poter avere la promessa "camera con vista". A cena gli Emerson, due signori inglesi padre e figlio, offrono a Lucy di poter scambiare le camere per esaudire il suo desiderio. L'incontro con il giovane George Emerson, di abitudini più libere, incontrollato e un po' stravagante, scombina la vita piuttosto compassata imposta a Lucy dalle rigide usanze vittoriane della famiglia, e le offre un parametro di confronto nelle riservatissime vicende sentimentali che seguiranno al rientro in Inghilterra, quando, fidanzata per iniziativa dei suoi all'impeccabile e noioso Cecil Vyse, sta per spegnere nella convenzione-bene che le è imposta la sua vivace spontaneità. A Firenze, nella "camera con vista" ritornerà in viaggio di nozze. Ma con George.

Room With a View - My favourite scene

martedì 27 gennaio 2009

What a Wonderful World - Louis Armstrong

Che Mondo Meraviglioso -

Che Mondo Meraviglioso
Louis Armstrong

Vedo alberi verdi, anche rose rosse
Le vedo sbocciare per me e per te

E fra me e me penso, che mondo meraviglioso

Vedo cieli blu e nuvole bianche

Il benedetto giorno luminoso, la sacra notte scura
E fra me e me penso, che mondo meraviglioso

I colori dell'arcobaleno, così belli nel cielo
Sono anche nelle facce della gente che passa
Vedo amici stringersi la mano, chiedendo "come va?"
Stanno davvero dicendo "Ti amo"

Sento bambini che piangono, li vedo crescere
Impareranno molto più di quanto io saprò mai

E fra me e me penso, che mondo meraviglioso
Sì, fra me e me penso, che mondo meraviglioso

Louis Armstrong - What a Wonderful World


what a wonderful world di
Louis Armstrong


I see trees of green, red roses too
I see them bloom for me and you.

And I think to myself what a wonderful world.
I see skies of blue and clouds of white.

The bright blessed day, the dark sacred night.
And I think to myself what a wonderful world.

The colors of the rainbow so pretty in the sky
are also on the faces of people going by.

I see friends shaking hands saying how do
you do.They're really saying I love you.

I hear babies crying, I watch them grow.
They'll learn much more than I'll ever know.

And I think to myself what a wonderful
world.

Yes I think to myself what a wonderful world.
Yes I think to myself what a wonderful world.

philadelphia

lunedì 19 gennaio 2009

Piccolo Kiwi

Piccolo Kiwi

Kiwi!

Kate Bush - This Womans Work

Frasi di Allen Ginsberg - Ho visto le menti migliori della mia generazione


«Ho visto le menti migliori della mia generazione, distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi nelle strade, all'alba in cerca di droga rabbiosa.»


ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte da contratti interinali di sei mesi


Rabbiose nude affamate di stabilità, fingere sotto il cielo del Sud che resistere non sia l’unica soluzione,un biglietto low cost solo andata dietro la schiena,mascherate da speranza, menzogna, frenulo del dna,risucchiate dal consumo


Contemplare il chiarore di mattini operai
figli di regimi mediatici
illuminati da rettangoli magici divite finte e strazi responsabili


Ho visto ciglia finte di vent’anni sventolare gambe per infinite strade senza marciapiedi
morire di perché sudati, su ciuffi ferrosi di uomini scavati da un’icona,venuti alla sera sul seno di straniere senza nome
rinvenuti nelle case senza gradini, resuscitati dalla confessione, in piedi sui banchi di chiese
per famiglie, ad un passo dal centro commerciale.
Ho udito l’urlo di generazioni passate stridere sui denti di uomini interamente bianchi
Benedire qualsiasi cosa in nome di dei snaturati dalla fede ignominiosa dello scambio
Senza pietà alcuna per anime fiammeggianti,schiuse appena al mondo come pupe, bave di seta dalle loro bocche

Mute d’occhi e di lingue in posti sbagliati
Leccare senza fine
Il culo di un vecchio mondo che cambia
di rivoluzione ad involuzione cronica, dissenterica,mobile svolgimento in cinque minuti d’evoluzione sfinterica
Ho visto madri abbigliarsi di specchi in cerca di altri sorrisi famelici, provviste di giustificazioni scarne,controfirmate da mariti e figli accanirsi sul ferro di carrelli da spesa lucidi scheletri provvisti d’anima momentanea

Ho visto la paura di mani tremanti, salire per corpi addobbati,invadere spazi per opporre calore alla tecnica,per piegarne l’asso ai piedi senza mutar di colore, non cambiare di carta su scala vincente, ed esser scartati.Ho visto quelle mani frantumare giorni

di cristallo e risorgere
senza l’aura dei santi.
Liberamente ispirato a the Howl di Allen Ginsberg

Testo Dio è Morto di Francesco Guccini


Testo Dio è Morto
di Francesco Guccini


Ho visto, la gente della
mia eta' andare via
lungo le strade

che non portano
mai a niente cercare il sogno
che conduce alla pazzia nella ricerca

di qualcosa
che non trovano
nel mondo
che hanno gia'lungo le notti
che dal vino
son bagnate

dentro alle stanze
da pastiglie
trasformate
lungo le
nuvole di fumo
nel mondo fatto
di citta'essere pronto ad
ingoiarela nostra
stanca civilta'e' un Dio che e'morto
ai bordi delle
strade Dio e' morto
nelle auto prese arate Dio e' morto
nei miti dell'estate
Dio e' morto.
Mi han detto,che questa mia
generazione ormai
non crede
in cio' che
spesso han
mascherato
con la fede
nei miti eterni
della patria edell'eroe
perche' e'venuto ormai il
momento di negare
tutto cio' che e'falsita'le fedi fatte
di abitudini e
paura
una politica
che e' solo far
carriera
il perbenismo
interessato
la dignita' fatta
di vuoto
l'ipocrisia di chista' sempre
con la ragione ma
mai col torto e' un
Dio che e' morto
nei campi disterminio
Dio e' morto
coi miti della razza
Dio e' morto
con gli odi dipartito
Dio e' morto.Io penso,che questa mia
generazione e'preparata
a un mondo
nuovo e a una
speranza
appena nata
ad un futuro
che ha gia' in mano
a una rivolta
senza armi
perche' noi
tutti ormai sappiamo
che se Dio muore e'per tre giorni e poi
risorge
in cio' che noi
crediamo
Dio e' risorto
in cio' che noi
vogliamo
Dio e' risorto
nel mondo che faremo

Dio e' risorto
Dio e' risorto

Dio e' risorto.

Dio è morto - Francesco Guccini (live 1997)

sabato 17 gennaio 2009

Ennio Morricone

Il segreto del bosco vecchio

Film - Il Segreto del bosco Vecchio



Un film di Ermanno Olmi. Con Paolo Villaggio, Giulio Brogi, Riccardo Zannantonio, Lino P. MardenFiabesco, durata 134 min. - Italia 1993

Amministratore, per conto del nipote (R. Zannantonio), delle terre che comprendono il “bosco vecchio”, il colonnello in pensione Sebastiano Procolo (P. Villaggio) è disposto a tutto per diventare il padrone della zona, persino a eliminare il ragazzo, ma si pente, ci ripensa e si converte. Da un racconto animista (1935) del giovane Dino Buzzati, fiabesco ma già stregato, E. Olmi ha cavato una favola (troppo lunga) dove non soltanto parlano gli animali, persino gli insetti, ma prendono la parola anche le ombre e i venti. Favola che è anche una parabola cristiana ed ecologica sul rispetto per gli altri e per la natura, sul potere e l'avidità. Impregnato di un estetismo in bilico tra Bambi e il “National Geographic”, un po' inamidato in un accademismo stilistico incline all'oratoria, ha più di un passaggio e di un paesaggio di incantata suggestione lirica, come il notturno concerto del Vento Matteo che ha la voce di Omero Antonutti e il mesto, eppur epico finale. Apprezzabili la fotografia di Dante Spinotti e P. Villaggio che dà al colonnello e alla sua maligna tristezza i modi ieratici di un attore kabuki. Girato nella zona dolomitica tra Auronzo e il Passo Tre Croci

BBC's Deep Blue part 1 (complete)

Film - Profondo blu


















Profondo blu
(Deep Blu)Un film di Andy Byatt, Alastair Fothergill. Genere Documentario, colore 90 minuti. - Produzione USA 2003




Vista dallo spazio extra-atmosferico, 'Terra' è chiaramente un termine improprio. Con il 70% della sua superficie coperta dall'acqua, il nostro pianeta visto da lontano ha un caratteristico colore turchese brillante. L'acqua, e i vasti oceani in particolare, rendono la Terra unica. Eppure, nonostante il fatto che il mare costituisca i due terzi del nostro pianeta, conosciamo molto di più la superficie della luna di quanto non conosciamo la profondità degli oceani. Ora, per la prima volta in assoluto, è possibile esplorare un mondo che solo pochi sono riusciti a vedere, l'ultima frontiera del nostro paese; gli oceani e l'infinita varietà di forme di vita che prosperano in essi, sopra di essi e lungo le loro linee costiere.

The Beatles - Blue Jay Way

domenica 11 gennaio 2009

Servizio del tg2 sui funerali del mitico Fabrizio de Andrè

Testo Dolcenera Fabrizio De Andrè

Fabrizio De Andrè > Anime Salve (1996) > Dolcenera

Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita intera così dolce
nera nera nera che picchia forte che butta giù le porte

nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ

Non è l'acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

nera di malasorte che ammazza e passa oltre
nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
nera di falde amare che passano le bare

âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á

Altro da traslocare
non ne ha non ne ha


ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
ché è venuta per me è arrivata da un'ora
e l'amore ha l'amore come solo argomento


e il tumulto del cielo ha sbagliato momento
acqua che non si aspetta altro che benedetta
acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

nu l'è l'aaegua de
'na rammâ 'n calabà 'n calabà

Non è l'acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino

ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare quando
ingorga gli anfratti si ritira e risale
e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
e la lotta si fa scivolosa e profonda

amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê


Guardala come arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei

acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti

âtru da camallâ
â nu n'à â nu n'à

Altro da mettersi in spalla
non ne ha non ne ha

oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano
a battaglia finita
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi

ha avuto in un giorno la certezza di aversi
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore

atru de rebellâ
â nu n'à â nu n'à

Altro da trascinare
non ne ha non ne ha

e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare

Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê


Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

Fabrizio de Andre - Dolcenera

sabato 10 gennaio 2009

Fabrizio De Andrè


Genova 18 febbraio 1940 – Milano 11 gennaio1999

giovedì 8 gennaio 2009

Ricetta Rossini Tounedos

Tournedos Rossini
Ingredienti(4 PERSONE)
150 g di burro
4 fette di Foie gras 4 cuori di filetto da 120 g cad 2 cucchiai di olio di oliva sale e pepe q.b.12 fettine di tartufo nero


la salsa




3 cucchiai di Madeira
1 cucchiaio scarso di maizena
200 ml di brodo di pollo/dado sale e pepe q.b.
VinoConsigliato Amarone

Preparazione
Tagliate con l'apposita forma tonda le fette di pane in modo che abbiano all'incirca il diametro dei filetti, friggettele in 50 g di burro da entrambi i lati e tenete in caldo.In una padella antiaderente fate saltare il foie gras in 50 g di burro da entrambi i lati ed a fuoco basso. Teneteli poi in caldo. Nella stessa padella aggiungete ora 2 cucchiai di olio ed il burro rimanente, cuocete a fuoco vivace i 4 filetti, due minuti per parte, in modo che vengano piuttosto al sangue, salateli, pepateli e adagiateli sui crostoni di pane. Saltate ora le fette di tartufo nei succhi di cottura della carne e deponete su ogni filetto il foie gras ed i tartufi. Sempre nella stessa padella, sciogliete i fondi di cottura con due cucchiai di Madeira, poi aggiungete il brodo e portate ad ebollizione. Addensate la salsa aggiungendo la maizena sciolta nel resto del Madeira e aggiungete per finire un pizzico di sale. Mescolate bene, passate la salsa al colino e versatela sulla carne.

A tavola con Giacchino Rossini


A tavola con Gioacchino Rossini
Il grande Gioacchino Rossini non fu limitatamente un ottimo compositore, ma anche un amante della buona cucina. Sin da bambino, dicono i biografi ci teneva a fare il chierichetto, ma lo faceva per il solo motivo di bere qualche ultima goccia del vino contenuto nel calice del prete. Usava delle originali frasi per indicare tutto ciò che riguardava il cibo tra cui ricordiamo: "L'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore" e "Non conosco un lavoro migliore del mangiare".
Richiedeva ogni prodotto di ottima qualità da diversi luoghi: da Gorgonzola il formaggio, da Milano il panettone ecc. Una delle ricette che Rossini amava di più è la sua personale insalata, composta da mostarda, limone, pepe, sale e infine olio e tartufo.

Archivio blog