Il Flauto Magico (The Magic Flute)
Cast
Liz Smith, Louise callinan Rogers st. johns, Kim-marie woodhouse Rogers st. johns, Rodnie clarke Rogers st. johns
Regia
Kenneth Branagh
Sceneggiatura
Stephen Fry Kenneth Branagh
Durata
02:15:00
Genere
Musicale
Distribuito da
01 DISTRIBUTION (2007)
Cast
Liz Smith, Louise callinan Rogers st. johns, Kim-marie woodhouse Rogers st. johns, Rodnie clarke Rogers st. johns
Regia
Kenneth Branagh
Sceneggiatura
Stephen Fry Kenneth Branagh
Durata
02:15:00
Genere
Musicale
Distribuito da
01 DISTRIBUTION (2007)
L'antico Egitto immaginario musicato da Mozart diventa una trincea del ventesimo secolo, dove la luce (Sarastro) fronteggia le tenebre (la Regina della notte). Tamino, declassato da principe a soldato, viene scelto da tre crocerossine per salvare la bella Pamina, figlia della Regina della notte e prigioniera nel palazzo di Sarastro. Tamino, perdutamente innamorato, accetta la missione. Lo accompagna Papageno, un uccellatore vagabondo e chiacchierone che sogna di conquistare la sua Papagena. Il giovane soldato sarà iniziato all'amore attraverso tre prove, che superate gli consentiranno di sposare Pamina e di condurla nel regno della bellezza e della saggezza. Luce e tenebre troveranno il loro equilibrio e il conflitto mondiale sarà annullato dall'amore. L'uomo che "giocando" ha trasformato in cinema i drammi e le commedie di Shakespeare ha provato, questa volta senza riuscirci, a "compromettere" la lirica, traducendo sullo schermo Il Flauto Magico mozartiano. Un'operazione coraggiosa e interessante, che sognava di prendere un'opera e di trasformarla in un film, dimenticandosi da dove venisse e considerandola un oggetto culturale vivo piuttosto che un sito museale. Ma diciamolo, nel Flauto Magico di Kenneth Branagh a mancare è il cinema. L'impianto, truccato da musical, resta teatrale, la qualità della registrazione in studio, precedente al girato, è impeccabile, l'interpretazione dei cantanti superlativa, priva com'è di stecche e indecisioni, l'esecuzione della Chamber Orchestra of Europe diretta da James Conlon, decisa e pulita. Domina insomma su tutto un senso di artefatto e di armoniosa noia a cui si tenta di ovviare con grandi allestimenti, frutto della libertà creativa ed economica di scenografi e costumisti. E così abbiamo le trincee del primo conflitto mondiale contro lo spiegamento fantastico di macchinari, travestimenti, oggetti magici, mostri, fate e animali di una fiaba del Settecento. Stravolgere tempi e luoghi mozartiani, trascinando nel Novecento il principe Tamino, non è sufficiente a vivere e a fare vivere la lirica. Da anni si auspica un rinnovamento del melodramma proprio attraverso il cinema, due le direttive seguite: la trasposizione elementare dell'opera in film (opera filmata) o il tentativo di creare qualcosa di nuovo che arricchisca l'opera di una vita interpretativa. Il problema è sempre lo stesso, quello di passare da un mezzo all'altro. Il risultato è un ibrido che non è più opera e nemmeno commento al film e che finisce per mortificare le possibilità dell'uno e dell'altro mezzo espressivo. La traduzione inglese del libretto tedesco, realizzata da Stephen Fry .
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