Il ruolo del cane nella storia dell'Arte
Il fedele compagno raffigurato in numerose opere
Un viaggio dalla cultura Egizia, Assiro-Babilonese, Greca, passando per la Romana, il Rinascimento e l'arte Seicentesca.
Il cane si trova accanto all’uomo dalle epoche più remote, sicuramente da quando gli animali utili come il bue, la pecora ed il maiale cominciarono ad essere addomesticati. Per rintracciare esemplari degli antichi cani discendenti dal lupo e osservarne le caratteristiche evolutive, gli zoologi si sono affidati alla paleontologia e all’archeologia. Dalla sinergia delle tre scienze si è scoperto che la razza più antica addomesticata è il cane della torba o Canis familiaris palustris. Dal primo cane addomesticato che rivelò stupefacenti capacità di adattamento si ebbero, sempre in epoche primitive, altre forme di cane che dettero origine ai vari gruppi. Negli strati del bronzo si scoprirono crani di cani di grossa taglia: il cane del bronzo probabilmente è il progenitore degli attuali cani da pastore; il cane della cenere (le cui ossa erano appunto nella cenere) è l’antenato dei cani da caccia mentre il canis familiaris di Inostranzewi è il cane da cui provengono i mastini, gli alani e i cani da slitta. Infine il Canis familiaris lenieri è il capostipite dei levrieri. Il volpino sembra aver conservato immutata nei millenni la forma preistorica principale, cioè la forma del cane della torba. Anche i vari tipi di terrier e pincher, secondo i naturalisti, proverrebbero dal cane della torba. Niente di strano, dunque, se il cane, addomesticato ed utilizzato in ogni epoca storica per la custodia delle greggi e della casa, diventa il fedele compagno di caccia e di vita dell'uomo e si ritrovi ad essere protagonista di miti e leggende, ruoli in cui viene restituito ai posteri dall'archeologia e dalle arti. Le rappresentazioni dei cani spaziano, dunque, dalle scene di vita quotidiana, in cui accompagnano uomini e dei, all'incarnazione di personaggi simbolici ed allegorici – l'egiziano Anubi e Cerbero diventano i traghettatori ed i custodi delle anime dei defunti nell'aldilà oppure figure di cani incarnano i vizi di uomini, eroi e dei come la dissolutezza e le passioni oltrechè le classiche virtù della fedeltà e del coraggio. Sia nella cultura egiziana che in quella greco-romana spesso i cani, simbolo di estrema fedeltà, erano destinati a perire con i padroni oppure venivano sacrificati nei riti di fondazione delle città per propiziarne la prosperità e l'inattaccabilità. L'arte rileva quest'ultima simbologia rappresentando cani (in alternativa a leoni e grifoni) posti a guardia sia delle cinte murarie e delle porte cittadine, che di case e palazzi, che di templi e tombe.
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