Francisco Goya nasce il 30 Marzo 1746 in una piccola borgata di Saragozza in Aragona (Spagna), é figlio di un maestro doratore e sarà uno dei più grandi maestri pittori spagnoli. In Spagna, gli ambienti artistici sono fortemente influenzati dall'opera dei maestri stranieri, in particolare di quelli francesi, e solo per reazione si assiste all'esaltazione dei valori tradizionali del popolo spagnolo. I maestri stranieri contribuiscono dunque alla formazione dei pittori spagnoli. Nel 1759 il quarto figlio di Filippo V, Carlo III, sale al trono di Spagna. Durante il suo regno si intrecciano in modo curioso gli effetti di una devozione sempre più intensa e lo sviluppo dell'illuminismo, che formerà circoli di filosofi, giuristi, pensatori e poeti di grande valore. In questo clima particolarmente favorevole sia sul piano estetico sia su quello culturale, nasce Francisco Goya, che frequenta per alcuni anni lo studio del pittore José Luzán Martínez. Nel 1766 il nome di Francisco Goya compare nell'elenco dei partecipanti al concorso triennale dell'Accademia, nel corso del quale l'artista non riuscirà ad affermarsi.
La morte di Carlo III, nel dicembre 1788, e l'ascesa al trono del debole bonario Carlo IV e della sua temibile sposa, Maria Luisa, coincidono con l'inizio della Rivoluzione francese. Ma la vita di corte, a Madrid non ne è mutata, e i sovrani si faranno ritrarre in piedi e a mezzo busto da Goya che, nel 1789, viene nominato «pintor de camera del Rey». Per ragioni politiche molte complesse e in parte conseguenti alla Rivoluzione francese, Francisco Goya, tra il 1790 e il 1792, perde alcuni dei suoi protettori. Il celebre finanziere Francisco Cabarrús viene imprigionato, Floridablanca è destituito, mentre Manuel Godoy, il giovane militare favorito dalla regina, nel 1792 è nominato primo ministro. Tutti questi avvenimenti provocano un grande sconvolgimento nell'ambiente in cui vive Goya. La produzione dell'artista subisce un rallentamento; questi richiede molto spesso dei congedi e, alla fine del 1792, mentre si trova in Andalusia, si ammala gravemente. Tornerà a Madrid solo alla fine del 1793, sordo e duramente provato da un attacco di paralisi. Riprende l'attività ma, da quest'epoca, muta a poco a poco il proprio stile, abbandonando l'uso dei colori freschi a vantaggio di effetti monocromi, e adottando un esecuzione più aspra ed efficace. Dal 1794 al 1800 l'elenco di capolavori è impressionante. I soggetti sono spesso ispirati dal gruppo dei suoi amici liberali, in particolare dal poeta e giurista Juan Antonio Meléndez Valdés (1754-1817). Tra i numerosi ritratti, tutti molto vari e indimenticabili, citiamo solamente due opere: la Marchesa della Solana (Louvre, Parigi) e la Duchessa d'Alba (Hispanic Society, New York), tele nelle quali Goya impone la propria visione della figura umana, captandone l'essenza con incredibile acutezza e audace libertà di esecuzione pittorica. Durante questo periodo il gruppo liberale prende il potere anche se solo per un breve momento, e Francisco Goya diventa il ritrattista di «pensatori», dei quali ha realizzato una galleria senza pari: da un viso all'altro risplendono intelligenza e bontà, sufficienza e brutalità, tenerezza e fascino, bruttezza e bellezza. Il 6 febbraio 1799 Francisco Goya mette in vendita le incisioni dei Capricci,
satira appassionata dell'eterna miseria umana vista attraverso i costumi della sua epoca, in cui l'utilizzo sapiente dei neri e dei bianchi gli consente di raggiungere effetti estetici e psicologici raramente uguagliati. Bisogna sottolineare che per tutto il XIX secolo la fama di Francisco Goya è legata quasi esclusivamente a queste decisioni; fino al 1900 data della prima mostra retrospettiva, il Goya decoratore e il Goya grande ritrattista erano praticamente sconosciuti. In modo curioso, e forse perché ben presto l'ondata liberale stava per essere soffocata dal potere, Goya si accanisce contro l'Inquisizione e la stregoneria. Nel 1799, Francisco Goya viene nominato primo pittore del re e l'anno seguente, rappresenta Carlo IV e la sua famiglia (Prado). Nel 1820 scoppia la rivoluzione costituzionale. Il re Ferdinando VII è costretto a fuggire; alla fine del 1823, quando, dopo tre anni di disordini riprenderà il potere, si stabilisce il «terrore bianco». Francisco Goya, nonostante l'età, sembra impegnarsi nell'opposizione, al punto che, al ritorno di Ferdinando VII, è costretto a nascondersi. Nel maggio del 1824, all'epoca del decreto d'amnistia strappato al re degli Alleati, si affretta a chiedere un congedo, con il pretesto di dover seguire una cura termale in Francia. Si reca a Parigi, poi, nell'ottobre del 1824 si stabilisce a Bordeaux, con Leocadia Zorilla De Weiss, circondato dai vecchi amici «afrancesados», e frequentando in particolare il poeta Leandro de Moratin; più tardi lo raggiungeranno la nuora e il nipote Mariano. È significativo constatare che l'opera e la vita di uno dei più grandi dei maestri spagnoli si concludono (muore nel 1827) sulla chiara immagine della Lattaia di Bordeaux: nonostante i suoi ottantadue anni, la malattia, la sordità e i gravi problemi di vista, Francisco Goya si esprime con una libertà di espressione e di tecnica che mostra come il suo genio sia ancora in evoluzione.
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