Clive Staples Lewis nasce nel 1898 a Belfast, Irlanda.Nel 1908 i genitori e il fratello maggiore muoiono, conseguentemente è costretto a vivere e studiare in numerosi collegi.Nel 1917 vince una borsa di studio per l'University College of Oxford, dove studia fino alla chiamata alle armi.Tornato ad Oxford dopo la fine della guerra, nel 1923 si laurea in Lingua e Letteratura Inglese col massimo dei voti. Tuttavia, e nonostante i brillanti risultati ottenuti nello studio dei classici, è preso da una passione smodata per l'Occultismo. S'imbeve allora di Filosofia Ermetica, la cui influenza si ritroverà più tardi nella sua opera.Nel 1924 - e per i successivi 29 anni - insegna Lingua e Letteratura Inglese ad Oxford. Inizia intanto a comporre narrativa mitica in versi in Dymer (1926), opera poetica basata su sequenze metriche arcaiche riproposte però con notevole virtuosismo.Nel 1929 abbandona l'ateismo degli anni giovanili e si converte all'anglicanesimo. Invero la conversione alla Fede Cristiana, fu causata dalla profonda amicizia con quel fervente cattolico e, forse, più famoso amico, che fu J.R.R. Tolkien. Con lo stesso ardore che aveva dedicato alle ricerche ermetiche, Lewis si mette allora a propagandare la Fede espressa nella Bibbia: opere come The Pilgrim's Regress (1933), The Problem of Pain (1940), A Preface to Paradise Lost (1942), Christian Behaviour (1943), Beyond Personality: the Christian Idea of God (1944) e The Four Love (1958) ne sono l'evidente risultato e susciteranno l'ammirazione di lettori d'eccezione come Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger. Scrive anche penetranti saggi critici come The Allegory of Love (1936) - fondamentale contributo alla comprensione della poesia amorosa medievale, e Studies in Medieval and Renaissance Literature (pubblicato postumo nel 1966), e l'autobiografia Surprised by Joy (1955).Nel 1933 entra a far parte del circolo The Inklinks (i Sommessi), di cui erano membri anche Tolkien e Ch. Williams.Nel 1954 è nominato docente di Storia della Letteratura Medievale e Rinascimentale presso il Magdalene College di Cambridge.Nel 1957 sposa, in ospedale, la poetessa americana Helen Joy Gresham. La donna è affetta di cancro osseo e morirà tre anni dopo. Il dolore causato dalla morte dell'amata porterà l'autore a scrivere il diario A Grief Observed (1961). Poche altre volte uno scrittore si era offerto così apertamente alla fragilità umana; nudo ed indifeso all'occhio del lettore!Ma Lewis va ricordato anche (e soprattutto) per il suo capolavoro fantasy per ragazzi - i sette racconti lunghi che compongono le Chronicles of Narnia (1950-1956) - e per l'essere stato il fondatore di un nuovo genere letterario: la fantateologia. I suoi romanzi fantasy 'per adulti' infatti, pur non essendo di propaganda religiosa, illustrano molto bene le idee teologiche dell'autore: la trilogia composta da Out of the Silent Planet (1938), Voyage to Venus (1943) e That Hideous Strength (1945), è un ampio affresco sull'eterna lotta tra le forze del Bene e le forze del Male - che qui si combatte a livello interplanetario, prima su Marte (Malacandra nei romanzi), poi su Venere (Perelandra), infine sulla Terra (Thulcandra) - in cui «si trova di tutto, dalle grandi passioni Umane alla scoperta dell'Assoluto».The Screwtape Letters (1942) e Screwtape Proposes a Toast (pubblicato postumo nel 1965) narrano invece, in forma epistolare e con sottile ironia, i falliti tentativi del diavolo Berlicche di istruire il nipote Malacoda nell'arte della tentazione. Questa sorta di geniale catechismo rovesciato fu letto ed apprezzato da don Giovanni Calabrese (il futuro santo) che ne rimase colpito al punto da instaurare con Lewis un rapporto epistolare protrattosi fino al 1954. Ne nascerà una splendida corrispondenza, scritta interamente in latino, e meritoriamente pubblicata in Italia nel volume, con traduzione italiana a fronte, Una Gioia Insolita (1954).L'autore muore di cancro a Cambridge nel 1963.
Tra pagine ricche di fascino e magia si schiude l'universo parallelo di Narnia, un fantastico mondo medievale popolato da fauni, streghe, unicorni, minotauri, draghi, lupi mannari, cavalli parlanti... e quant'altro sia degno di apparire in un libro fantasy (nel pastiche mitologico di Lewis trova spazio persino Babbo Natale). Sul palcoscenico di Narnia, Lewis ha "pasticciato i colori" mischiando figure e personaggi non omogenei presi da diverse tradizioni e bestiari, ma costruendo una colossale fantasmagoria degna di un vero e proprio incubo, ma dal piacere autenticamente onirico.La saga di Narnia, oltre ad essere un grande affresco sull'eterna lotta tra il Bene e il Male, è un'incantevole favola per bambini che ha lo spessore del grande romanzo per adulti intessuto di significati simbolici e religiosi - molti hanno parlato di fantasy cristiana, alcuni addirittura di «fiaba biblica». I piccini vi troveranno un'incredibile girandola di personaggi fantastici nonché epiche battaglie tra buoni e cattivi; i grandi vi leggeranno una grande allegoria cristiana: il leone Aslan, votato al martirio e al sacrificio estremo, che combatte, muore e risorge pur di sconfiggere il Male, è una evidente incarnazione del Cristo; il Grande Imperatore sopra il Mare - padre di Aslan - è un chiaro riferimento a Dio; la scimmia Shift e l'asino Puzzle rappresentano il falso profeta e l'Anticristo dell'Apocalisse... e così via. Ed ecco che allora Narnia diventa quello che Lewis aveva sempre voluto... un libro che merita di essere letto a dieci anni così come a cinquanta... un libro che ha ridefinito la natura del fantasy, donandogli incredibile spessore, bellezza e ricchezza.
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