La Secessione viennese ebbe inizio nel 1897, quando 19 studenti si staccarono dall’Accademia per formare l’Associazione degli Artisti Figurativi d’Austria, di lì a poco ribattezzata Secessione viennese.
I principali fautori furono l’architetto Joseph Olbrich ed il pittore Gustav Klimt. Quest’ultimo, eletto primo presidente della Secessione, ne divenne ben presto l’indiscussa guida spirituale. La sua attività, oltre che nel campo artistico, fu fondamentale sul versante organizzativo, sia per quanto riguarda l’organo portavoce del movimento, la rivista Ver Sacrum, che per l’allestimento delle numerose mostre del gruppo.
Anche la vicenda artistica della Secessione viennese è indissolubilmente legata a quella di Klimt. Sul piano tematico il pittore viennese attinse a piene mani dal Simbolismo francese, immergendo il realismo delle sue figure femminili in un’atmosfera magica e sontuosa, carica di riferimenti mitologici ed allegorici. Da un punto di vista tecnico si avvalse di uno spiccato linearismo, teso a dividere gli spazi in campiture, a loro volta decorate con materiali preziosi, primo tra tutti l’oro. Un linguaggio sofisticato e fortemente decorativo, memore tanto della solennità bizantina quanto della delicatezza dell’arte giapponese (Il Bacio, 1907, Palazzo Liechtenstein, Vienna).
Per quanto riguarda l’architettura della Secessione viennese, Il Palazzo della Secessione di Olbrich rappresenta un perfetto esempio, con i suoi spazi funzionali e la sua rigida impostazione su pianta quadrata. La Secessione promosse la contaminazione tra le arti ed annoverò al suo interno personaggi eclettici come Koloman Moser, designer che si distinse per le importanti innovazioni nella grafica del libro, Joseph Hoffmann, architetto ed arredatore che progettò l’atrio del Palazzo della Secessione, e Otto Wagner, prestigioso accademico che simpatizzò con le teorie secessioniste e ne abbracciò lo stile, soprattutto nella progettazione delle delicate strutture in ferro per la metropolitana di Vienna.
I principali fautori furono l’architetto Joseph Olbrich ed il pittore Gustav Klimt. Quest’ultimo, eletto primo presidente della Secessione, ne divenne ben presto l’indiscussa guida spirituale. La sua attività, oltre che nel campo artistico, fu fondamentale sul versante organizzativo, sia per quanto riguarda l’organo portavoce del movimento, la rivista Ver Sacrum, che per l’allestimento delle numerose mostre del gruppo.
Anche la vicenda artistica della Secessione viennese è indissolubilmente legata a quella di Klimt. Sul piano tematico il pittore viennese attinse a piene mani dal Simbolismo francese, immergendo il realismo delle sue figure femminili in un’atmosfera magica e sontuosa, carica di riferimenti mitologici ed allegorici. Da un punto di vista tecnico si avvalse di uno spiccato linearismo, teso a dividere gli spazi in campiture, a loro volta decorate con materiali preziosi, primo tra tutti l’oro. Un linguaggio sofisticato e fortemente decorativo, memore tanto della solennità bizantina quanto della delicatezza dell’arte giapponese (Il Bacio, 1907, Palazzo Liechtenstein, Vienna).
Per quanto riguarda l’architettura della Secessione viennese, Il Palazzo della Secessione di Olbrich rappresenta un perfetto esempio, con i suoi spazi funzionali e la sua rigida impostazione su pianta quadrata. La Secessione promosse la contaminazione tra le arti ed annoverò al suo interno personaggi eclettici come Koloman Moser, designer che si distinse per le importanti innovazioni nella grafica del libro, Joseph Hoffmann, architetto ed arredatore che progettò l’atrio del Palazzo della Secessione, e Otto Wagner, prestigioso accademico che simpatizzò con le teorie secessioniste e ne abbracciò lo stile, soprattutto nella progettazione delle delicate strutture in ferro per la metropolitana di Vienna.
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