martedì 20 maggio 2008

Ricette delle Favole "Mele del Principe Azzurro"


Mele del Principe Azzurro


Mescolate farina



e zucchero,


incorporate del burro tiepido a pezzetti e impastatelo fino al totale assorbimento.
Poi aggiungete nocciole tritate.


Disponete delle fette di mela su una piastra da forno imburrata e infarinata, cospargendole di cannella e noce moscata. Coprite poi il tutto con l'impasto e cuocete. Servite le mele del Principe Azzurro con guarnizione di panna
e confetti celesti.

lunedì 19 maggio 2008

Favola "Cappuccetto Rosso"


Favola

Cappuccetto Rosso







C'era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva piu' cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poichè le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre cappuccetto rosso.Un giorno sua madre le disse: - Vieni, cappuccetto rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Mettiti in via prima che faccia troppo caldo; e, quando sei fuori, va' da brava, senza uscir di strada; se no, cadi e rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote. E quando entri nella sua stanza, non dimenticare di dir buon giorno invece di curiosare in tutti gli angoli.-Farò tutto per bene, - disse cappuccetto rosso alla mamma e le diede la mano.Ma la nonna abitava fuori, nel bosco, a una mezz'ora dal villaggio. E quando giunse nel bosco, cappuccetto rosso incontrò il lupo. Ma non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura. - Buon giorno, cappuccetto rosso, - egli disse. - Grazie, lupo.- Dove vai cosi presto, cappuccetto rosso? - Dalla nonna.- Cos 'hai sotto il grembiule?- Vino e focaccia: ieri abbiamo cotto il pane; così la nonna, che è debole e malata, se la godrà un po' e si rinforzerà.- Dove abita la tua nonna, cappuccetto rosso?- A un buon quarto d'ora di qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c'è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già, - disse cappuccetto rosso. Il lupo pensava: " Questa bimba tenerella è un grasso boccone, sarà piu' saporita della vecchia; se sei furbo, le acchiappi tutt'e due". Fece un pezzetto di strada vicino a cappuccetto rosso, poi disse:- Vedi, cappuccetto rosso, quanti bei fiori? perché non ti guardi intorno? Credo che non senti neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne vai tutta contegnosa, come se andassi a scuola, ed è così allegro fuori nel bosco!cappuccetto rosso alzò gli occhi e quando vide i raggi di sole danzare attraverso gli alberi, e tutto intorno pieno di bei fiori, pensò: " Se porto alla nonna un mazzo fresco, le farà piacere; è tanto presto, che arrivo ancora in tempo ". Dal sentiero corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno più bello e ci correva e si addentrava sempre più nel bosco.Ma il lupo andò difilato alla casa della nonna e bussò alla porta.- Chi è?- cappuccetto rosso, che ti porta vino e focaccia; apri. - Alza il saliscendi, - gridò la nonna: - io son troppo debole e non posso levarmi.Il lupo alzò il saliscendi, la porta si spalancò e, senza dir molto, egli andò dritto a letto della nonna e la ingoiò.Poi si mise le sue vesti e la cuffia, si coricò nel letto e tirò le coperte .. Ma cappuccetto rosso aveva girato in cerca di fiori, e quando n'ebbe raccolti tanti che più non ne poteva portare, si ricordò della nonna e S'incamminò. Si meravigliò che la porta fosse spalancata ed entrando nella stanza ebbe un'impressione cosi strana che pensò: " Oh, Dio mio, oggi, che paura! e di solito sto cosi volentieri con la nonna! " Esclamò:- Buon giorno! - ma non ebbe risposta.Allora s'avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata, con la cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano.- Oh, nonna, che orecchie grosse!- Per sentirti meglio.- Oh, nonna, che occhi grossi!- Per vederti meglio.- Oh, nonna, che grosse mani!- Per meglio afferrarti.- Ma, nonna, che bocca spaventosa!- Per meglio divorarti!.E subito il lupo balzò dal letto e ingoiò il povero cappuccetto rosso.Saziato il suo appetito, si rimise a letto, s'addormentò e cominciò a russare sonoramente.Proprio allora passò li davanti il cacciatore e pensò: " Come russa la vecchia! devo darle un'occhiata, potrebbe star male ".Entrò nella stanza e, avvicinatosi al letto, vide il lupo. - Eccoti qua, vecchio impenitente, - disse, - è un pezzo che ti cerco. Stava per puntare lo schioppo, ma gli venne in mente che il lupo avesse mangiato la nonna e che si potesse ancora salvarla: non sparò, ma prese un paio di forbici e cominciò a tagliare la pancia del lupo addormentato. Dopo due tagli, vide brillare il cappuccetto rosso, e dopo altri due la bambina saltò fuori gridando: - Che paura ho avuto! com'era buio nel ventre del lupo!Poi venne fuori anche la vecchia nonna, ancor viva, benché respirasse a stento. E cappuccetto rosso corse a prender dei pietroni, con cui riempirono la pancia del lupo; e quando egli si svegliò fece per correr via, ma le pietre erano cosi pesanti che subito s'accasciò e cadde morto.Erano contenti tutti e tre: il cacciatore scuoiò il lupo e si portò via la pelle; la nonna mangiò la focaccia e bevve il vino che aveva portato cappuccetto rosso, e si rianimò; ma cappuccetto rosso pensava: " Mai più correrai sola nel bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma te l'ha proibito ".Raccontano pure che una volta cappuccetto rosso portava di nuovo una focaccia alla vecchia nonna, e un altro lupo volle indurla a deviare. Ma cappuccetto rosso se ne guardò bene e andò dritta per la sua strada, e disse alla nonna di aver incontrato il lupo, che l'aveva salutata, ma l'aveva guardata male: - Se non fossimo stati sulla pubblica via, mi avrebbe mangiato.- Vieni, - disse la nonna, - chiudiamo la porta, perché non entri.Poco dopo il lupo bussò e gridò:- Apri, nonna, sono cappuccetto rosso, ti porto la focaccia.Ma quelle, zitte, non aprirono; allora Testa Grigia gironzolò un po' intorno alla casa e infine saltò sul tetto, per aspettare che cappuccetto rosso, la sera, prendesse la via del ritorno; l'avrebbe seguita di soppiatto, per mangiarsela al buio. Ma la nonna si accorse di quel che tramava. Davanti alla casa c'era un grosso trogolo di pietra, ed ella disse alla bambina:- Prendi il secchio, cappuccetto rosso, ieri ho cotto le salsicce, porta nel trogolo l'acqua dove han bollito.cappuccetto rosso portò l'acqua, finché il grosso trogolo fu ben pieno.Allora il profumo delle salsicce sali alle narici del lupo, egli si mise a fiutare e a sbirciare in giù, e alla fine allungò tanto il collo che non poté più trattenersi e cominciò a sdrucciolare: e sdrucciolò dal tetto proprio nel grosso trogolo e affogò.Invece cappuccetto rosso tornò a casa tutta allegra e nessuno le fece del male.





Favola Musicale - Pierino e il Lupo



Favola Musicale

Musica Fantastica
Pierino e il Lupo

di Sergej Sergeevic Prokofiev
Prokofiev scrisse la fantasia musicale “Pierino e il lupo” con l’intenzione di rendere più accessibile la musica ai bambini e per questo musicò una favola scritta da lui stesso, il cui testo viene recitato da un narratore, mentre i personaggi vengono di volta in volta presentati insieme agli strumenti e ai temi musicali che li caratterizzano.Così Pierino è rappresentanto da un quartetto d’archi, l’uccellino Sasha da un flauto molto alto, Sonia l’anatra dall’oboe, il gatto Ivan da un clarinetto dal registro molto basso, il Nonno è il fagotto, il Lupo è rappresentato dai corni e gli spari dei cacciatori sono resi da timpani e grancassa.

Pierino e il lupo
Pierino e il lupo Il nonno Gli animai Il lupo I cacciatori
Pierino: ViolinoIl lupo: TrombaL'uccellino: FlautoLa papera: OboeIl gatto: ClarinettoIl nonno: FagottoI cacciatori: Timpano e tamburo

Un bel mattino Pierino aprì la porta del giardino di casa ed uscì nel prato di fronte.
In mezzo al prato si trovava un gigantesco albero e su uno dei suoi rami più alti stava un uccellino, amico di Pierino
Tutto tranquillo” egli cinguetto allegramente.
Approfittando della porta che Pierino aveva lasciata aperta, un’anatra usci dal cortile e andò a tuffarsi nel laghetto che stava nelle vicinanze.
Vista l’anatra l’uccellino si posò sull’erba e disse :
Ma che uccello sei tu che non sai volare”.
L’anatra rispose :
E che uccello sei tu che non sai nuotare”…..
Continuarono a discutere mentre l’anatra nuotava nel laghetto e l’uccellino le volava intorno.
All’improvviso Pierino si accorse di un movimento nell’erba alta. Era il gatto che furtivamente si avvicinava al luogo della discussione. Egli pensava:
L’uccellino sta discutendo e non presta attenzione in giro…sarà la mia colazione.”
Attento!” gridò Pierino e l’uccellino volò sull’albero.
Dal laghetto si faceva sentire l’anatra con versi indignati. Il gatto girava intorno all’albero pensando:
Non mi conviene arrampicarmi sull’albero…quando arrivo l’uccellino vola via”.
Dalla casa uscì il nonno arrabbiato perché Pierino era andato fuori dal cortile.
Questo posto è molto pericoloso! Cosa fai se un lupo viene fuori dal bosco?”
Pierino rispose che ormai era grande e non aveva paura del lupo. Il nonno lo prese per mano portandolo in casa e chiuse a chiave la porta.
Il nonno aveva proprio ragione. Non fecero in tempo ad entrare in casa che un grosso lupo grigio uscì dalla foresta.
Il gatto si arrampicò come un fulmine sull’albero mentre l’anatra uscita dall’acqua provava a scappare. Ma il lupo era più veloce, la raggiunse e la ingoiò in un solo boccone.
Ecco come erano messi: il gatto su un ramo, l’uccellino su un altro ramo ben distante dal gatto, il lupo in basso che li guardava affamato.
Intanto Pierino guardava la scena senza paura. Un ramo dell’albero arrivava fino al muro del cortile e Pierino riuscì così a salire sull’albero e disse all’uccellino:
Vola intorno al muso del lupo ma non farti acchiappare”
Luccellino volava intorno alla testa del lupo e quasi lo toccava con le ali. Il lupo saltava ma non riusciva a prenderlo. Pierino si era portato sull’albero una corda con un nodo scorsoio. Mentre il lupo saltava il ragazzo riuscì a prendere la coda del lupo e legò l’altro capo della corda all’albero.
Più il lupo tirava e più il nodo si stringeva.
Dal bosco uscirono dei cacciatori che seguivano le tracce del lupo….Dall’alto dell’albero Pierino gridò:
Non sparate. Io e l’uccellino abbiamo preso il lupo. Aiutateci a portarlo allo zoo!”
Immaginate la marcia trionfale: davanti Pierino, dietro i cacciatori col lupo. Chiudevano la marcia il nonno e il gatto. Il nonno non era contento e continuava a dire
E se Pierino non prendeva il lupo?”
Sopra volava cinguettando l’uccellino:
Guardate come siamo stati bravi!”

Prokofiev Pierino e il lupo Peter and the wolf (D)

clip lago dei cigni

lunedì 12 maggio 2008

Il Lago dei Cigni








Il lago dei Cigni
Balletto in quattro atti; libretto Vladimir Petrovic Begicev e Vasil Fedorovich Geltser; musica di Piotr I. Ciaikovsky; coreografia di V. Reisinger; scenografia H. Shangin, K. Valts, H. Groppius; costumi di H. Simone e Vormenko.
Prima rappresentazione: Mosca, Teatro Bolshoi, 4 marzo 1877 con interpreti: Pelageia Karpakova, S. Gilbert.
Il Lago dei Cigni è uno dei balletti più popolari di tutti i tempi. E’ il balletto che cattura, più di ogni altro, tutta la gamma delle emozioni umane: speranza, disperazione, terrore, tenerezza, melanconia, estasi. Segna l’inizio di una lunga collaborazione tra il compositore Piotr Ilyich Tchaicovskij (1840 - 1893) e il coreografo e maestro del Balletto Imperiale Russo Marius Petipa (1818 - 1910). Incredibilmente, quando ha debuttato in 1876, Il Lago dei Cigni è stato un fiasco. La coreografia era povera e si disse che era un balletto senza futuro. La versione conosciuto oggi è il risultato della collaborazione tra Petipa e il suo assistente Lev Ivanov, che, in una nuova versione del 1895, ha sviluppato pienamente il dramma centrale di una donna intrappolata nel corpo di un uccello, attraverso i movimenti delle braccia, le articolazioni dei piedi e la posizione della testa e del collo della ballerina. Il Lago dei Cigni è la storia del giovane Principe Siegfried, che si innamora dalla Regina dei Cigni, Odette, una donna trasformata in un uccello da un crudele mago. Odette gli spiega che è destinata a rimanere una strana creatura composita fino a quando sarà salvata dall’amore eterno di un uomo. Catturato dalla sua bellezza, il principe le giura amore eterno, ma ad una festa per i suoi 21 anni, viene circuito dal mago Von Rothbart, e dichiara l’amore per Odile, la malvagia sorella gemella di Odette. Rendendosi conto di aver tradito, il principe corre al lago. Là incontra Von Rothbart, lo batte in un duello, e distrugge il suo potere. I due amanti sono riuniti. Il Lago dei Cigni è uno dei balletti più difficili tecnicamente. La difficoltà è in parte dovuta ad una eccezionale ballerina italiana, Pierina Legnani. Quando la Legnani ballò nel ruolo duplice di Odette/Odile, ha portato la sua abilità di eseguire 32 fouettes di seguito. Il pubblico era così impressionato che a qualunque ballerina che ha ballato in questo ruolo, da allora, sono richieste le 32 fouettes. A parte la difficoltà di esecuzione, molti odiano le 32 fouettes, perché le considerano un pezzo da circo, solo per effetto, senza nessuna motivazione psicologica inerente al dramma, mentre nel Lago dei Cigni i movimenti generalmente rivelano il carattere del personaggio, che li dà il ragion d’essere.

La “prima” del Lago dei cigni non fu accolta con favore dal pubblico, che considerò la musica di Ciaikovsky rivoluzionaria, la coreografia insulsa, l’allestimento non appropriato e gli interpreti inadeguati, tanto che il balletto fu tolto dalle scene dopo solo poche repliche. Fu riallestito nel 1880 e nel 1882, sempre a Mosca, con una nuova coreografia di Olaf Hansen ma anche questa volta non incontrò il favore del pubblico e della critica e nel 1888 al Teatro di Praga su coreografia di Augustin Berger (solo secondo atto).

La versione completa e totalmente rinnovata del balletto (in 3 atti e 4 scene) andò definitivamente in scena il 27 gennaio 1895 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, grazie alla lungimiranza del principe Vsevolozskij, sovrintendente dei teatri imperiali di San Pietroburgo che riprovò a metterlo in circuito dopo che il 17 gennaio 1894 (interpreti Pierina Legnani e Pavel Gerdt) venne riproposto il secondo atto con la coreografia di Lev Ivanov in uno spettacolo dedicato alla memoria di Ciaikovsky morto nel 1893.

Il 27 gennaio 1895 il nuovo Lago dei cigni, in una versione totalmente rinnovata, andò in scena al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo riportando immediatamente un successo strepitoso. Coreografi furono il russo Lev Ivanov per gli atti bianchi (II e IV) e il francese Marius Petipa (I e III), quest’ultimo rielaborò il libretto, modificò alcune scene e inserì nella partitura originale alcuni brani pianistici di Ciaikovsky. Direttore d’orchestra fu Riccardo Drigo che diresse e riorchestrò la partitura originale aggiungendovi anche una pagina di sua composizione (il grand pas de deux). Interpreti di quella storica “prima” (scenografia di M.Botcharov e M.Levogt) furono Pierina Legnani (che introdusse 32 fouttées nella variazione del cigno nero), Pavel Gerdt e Alexei Bulgak
Tratto dal racconto Der geraubte Schleier (Il velo rubato) pubblicato nella raccolta Volksmärchen der Deutschen di J.K.A. Musäus, il balletto narra la storia della principessa Odette trasformata in cigno dal mago Rothbart e destinata ogni notte a ritrovare le sembianze umane da mezzanotte all’alba insieme alle sue compagne. Il principe Siegfried la incontra durante una battuta di caccia e se ne innamora giurandole amore eterno. Durante un ballo al castello, organizzato dalla regina madre perché Siegfried scelga una fidanzata, giunge Rothbart con Odile vestita da cigno nero e del tutto somigliante ad Odette. Il principe viene sedotto e presenta Odile come sua futura sposa ma nello stesso istante appare Odette ed egli comprende di essere venuto meno al giuramento. Siegfried fugge disperato sulle rive del lago dove ritrova Odette che lo perdona ma Rothbart scatena una tempesta e i due innamorati annegano nel lago riunendosi in cielo. Altre versioni, tra le quali quella di Asaf Messerer del 1937 (Mosca, Teatro Bolshoi), introdussero il finale positivo in cui Siegfried sconfigge Rothbart sciogliendo dall’incantesimo Odette.
Yulia Makhalina "Odette" nel Lago dei cigni
D
el Lago dei cigni sono state realizzate innumerevoli versioni, tra le quali quella di Aleksandr Gorsky, per il Teatro Bolshoi di Mosca nel 1901, poi riveduta e corretta dal citato Messerer nel 1937. Altre importanti versioni russe sono state quelle coreografate da Agrippina Vaganova (Pietroburgo, Teatro Kirov, 1933 con Galina Ulanova), Fyodor Vasilievich Lopokov (Pietroburgo, Teatro Kirov, 1945), Konstantin Sergeyev (Pietroburgo, Teatro Kirov, 1950), Vladimir Bourmeister (Teatro Musicale Stanislavsky e Nemirovich-Danchenko, 1953), Yuri Grigorovich (Mosca, Teatro Bolshoi, 1969).
La prima rappresentazione integrale del balletto al di fuori della Russia è avvenuta nel 1907 al Teatro Nazionale di Praga con la coreografia di Achille Viscosi. In Occidente, dopo che Mikhail Fokine con Olga Preobrajenskaia avevano presentato nel 1910 all’Hippodrome di Londra il secondo atto, il Lago fu allestito in una versione in due atti e tre quadri dalla compagnia dei Ballets Russes di Diaghilev al Covent Garden di Londra nel 1911 con interpreti Mathilda Kschessinska e Vaslav Nijinskij. La prima versione completa integrale di Petipa-Ivanov rappresentata in Occidente è stata montata da Nicholas Sergeyev nel 1934 a Londra per il Vic-Wells Ballet con interpreti Alicia Markova e Robert Helpmann.
Il Lago dei cigni di Mats Ek
Altre importanti versioni sono quelle di Georges Balanchine (per il New York City Ballet) nel 1951, John Cranko (per lo Stuttgart Ballet) nel 1963, Rudolf Nureyev (per il Balletto dell’Opera di Stato di Vienna) nel 1964, John MacMillan (per il Balletto dell’Opera di Berlino) nel 1964, John Neumeier (per l’Hamburg Ballet) nel 1976, Peter Darrell (per lo Scottish Ballet) nel 1977, Mats Ek (per il Cullberg Ballet) 1987, Roland Petit (per il Balletto di Marsiglia) 1988, Matthew Bourne (Saddler's Wells Theatre) 1995, Peter Martins (per il Royal Danish Ballet) 1996.
Collegamenti
Tratto dal racconto Der geraubte Schleier (Il velo rubato) pubblicato nella raccolta Volksmärchen der Deutschen di J.K.A. Musäus, il balletto narra la storia della principessa Odette trasformata in cigno dal mago Rothbart e destinata ogni notte a ritrovare le sembianze umane da mezzanotte all’alba insieme alle sue compagne. Il principe Siegfried la incontra durante una battuta di caccia e se ne innamora giurandole amore eterno. Durante un ballo al castello, organizzato dalla regina madre perché Siegfried scelga una fidanzata, giunge Rothbart con Odile vestita da cigno nero e del tutto somigliante ad Odette. Il principe viene sedotto e presenta Odile come sua futura sposa ma nello stesso istante appare Odette ed egli comprende di essere venuto meno al giuramento. Siegfried fugge disperato sulle rive del lago dove ritrova Odette che lo perdona ma Rothbart scatena una tempesta e i due innamorati annegano nel lago riunendosi in cielo. Altre versioni, tra le quali quella di Asaf Messerer del 1937 (Mosca, Teatro Bolshoi), introdussero il finale positivo in cui Siegfried sconfigge Rothbart sciogliendo dall’incantesimo Odette.
Del Lago dei cigni sono state realizzate innumerevoli versioni, tra le quali quella di Aleksandr Gorsky, per il Teatro Bolshoi di Mosca nel 1901, poi riveduta e corretta dal citato Messerer nel 1937. Altre importanti versioni russe sono state quelle coreografate da Agrippina Vaganova (Pietroburgo, Teatro Kirov, 1933 con Galina Ulanova), Fyodor Vasilievich Lopokov (Pietroburgo, Teatro Kirov, 1945), Konstantin Sergeyev (Pietroburgo, Teatro Kirov, 1950), Vladimir Bourmeister (Teatro Musicale Stanislavsky e Nemirovich-Danchenko, 1953), Yuri Grigorovich (Mosca, Teatro Bolshoi, 1969).
La prima rappresentazione integrale del balletto al di fuori della Russia è avvenuta nel 1907 al Teatro Nazionale di Praga con la coreografia di Achille Viscosi. In Occidente, dopo che Mikhail Fokine con Olga Preobrajenskaia avevano presentato nel 1910 all’Hippodrome di Londra il secondo atto, il Lago fu allestito in una versione in due atti e tre quadri dalla compagnia dei Ballets Russes di Diaghilev al Covent Garden di Londra nel 1911 con interpreti Mathilda Kschessinska e Vaslav Nijinskij. La prima versione completa integrale di Petipa-Ivanov rappresentata in Occidente è stata montata da Nicholas Sergeyev nel 1934 a Londra per il Vic-Wells Ballet con interpreti Alicia Markova e Robert Helpmann.