mercoledì 28 novembre 2007

martedì 27 novembre 2007

Greta Frau - Trance di Compagna

Jean Baptiste Mondino - Samy

Jean Baptiste Mondino





















Jean Baptiste Mondino - La Danse des Mots

Time (my fisrt video) by Jean-Baptiste Mondino

ANUNCIOS JEAN BAPTISTE MONDINO

JEAN BAPTISTE MONDINO







Jean Baptiste Mondino


Biografia

Jean Baptiste Mondino, francese d'origine italiana, nato ad Aubervilles nel 1949, ha iniziato la sua carriera come disc jockey e compositore a Londra. Si e' avvicinato all immagine, dapprima, come art director in un'agenzia di pubblicità di Parigi; in seguito e' diventato fotografo e regista di video musicali e pubblicitari. Le sue fotografie sono state pubblicate da Vogue, Numero, The Face, Arena, Vanity Fair, Interview e recentemente da Talk Magazine e Tetu. Ha fotografato molte celebrità della musica contemporanea (Madonna, Bjork, Tom Waits, Prince, Lenny Kravitz, David Bowie, Sting, Brian Ferry, Neneh Cherry, Rita Mitsouko, Vanessa Paradis), del cinema (Gwineth Paltrow, Courtney Love, Catherine Deneuve, ..) e della moda (John Galliano, Calvin Klein, Azzedine Alaia, Karl Lagerfeld, Yohji Yamamoto, Kenzo). Ha diretto video pubblicitari per Calvin Klein, Dior, Jean Paul Gauthier, Yves Saint Laurent, Kenzo, Tag Heuer, Giorgio Armani, e altri.
A partire dagli anni 80 luniverso visivo della moda, della pubblicità e della musica e' stato profondamente denotato dalle immagini di Jean Baptiste Mondino. Bellezza, moda, sesso sono le fonti di ispirazione delle sue fotografie, come la musica rock e pop contemporanea, il cinema, la giovane cultura di massa, territori attraversati dalla poesia del triviale e del quotidiano. Con infinita ricchezza di invenzioni, immaginazione scintillante, spumeggiante humour noir, visioni di straniante erotismo e un ritmo mozzafiato, Mondino riesce brillantemente ad armonizzare tutte queste influenze ed idee in immagini, al piu' alto livello estetico e di sapienza tecnica. Le sue fotografie sono il risultato di una composizione particolarmente studiata: prima di scattare, Mondino, traccia uno schizzo dellimmagine da realizzare. Le sue fotografie, quindi, hanno un impianto grafico molto stilistico. Il colore e' fondamentale in questa grammatica visiva: un colore artificiale, brillante, laccato, spesso con effetto flou. I ritratti di personaggi della moda, del cinema e della musica - unampia selezione e' in mostra - sono studiate messe in scena: recitano un ruolo, giocano con degli stereotipi e ironizzano sulle loro caratteristiche. La sua prima monografia, edita da Schirmer Mosel nel 1999, non a caso si intitola De'jà Vu, non solo perche' raccoglie immagini già pubblicate su riviste o per la pubblicità, ma soprattutto perche' gioca con delle referenze e dei codici riconoscibili, che sono parte del nostro patrimonio culturale e visivo. Pero', Mondino, manipola con folle creatività le immagini acquisite, creando un nuovo universo visuale inaspettato e sorprendente. In mostra, inoltre, un'ampia selezione dei video musicali diretti da Mondino per Madonna, Sting, Neneh Cherry, Boy Gorge, Biork, Lenny Kravitz, Brian Ferry, e molti altri.

William Orbit - Samuel Barber-Adagio for strings

Adagio from Strings Samuel Barber

Barber Adagio for Strings

Compositore "Georges Delerue"

Compositore




Georges Delerue
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Oscar alla migliore colonna sonora 1980
Georges Delerue (Roubaix, 12 marzo 1925Los Angeles, 20 marzo 1992) è stato un compositore francese.Ha composto la colonna sonora per oltre 300 fra film e fiction televisive, oltre a diverse partiture per spettacoli Suoni e luci in diverse parti del mondo.
Si è perfezionato al Conservatorio di Parigi sotto la guida di Darius Milhaud. Nel 1949 ottiene il primo premio di composizione e vince il Prix de Rome. Nel 1952, ha ricevuto l'incarico di compositore e direttore d'orchestra della Radio francese.
Ha lavorato per i più grandi registi francesi, in particolare quelli appartenenti alla Nouvelle Vague, instaurando un vero sodalizio con François Truffaut, nonché per la televisione e la radio. Nel 1972 ha iniziato a lavorare a Hollywood, e a metà degli anni ottanta si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti, stabilendosi a Los Angeles.
Ha composto anche la musica per il balletto Enetime di Flemming Flindt (16 aprile 1963), creato per la televisione danese e basato sul dramma La Leçon di Eugène Ionesco.
Nel corso della sua carriera ultra quarantennale si è cimentato, oltre che con la musica da film, anche con la musica classica dimostrando un talento ed una sensibilità fuori dall'ordinario. La sua scrittura classicheggiante è sempre piena di inventiva e brio e riesce ad adeguarsi facilmente alle richieste del regista.
Con la sua scrittura ispirata riesce a rendere alla perfezione lo stato d'animo dei personaggi ed è capace di scrivere per qualsiasi soggetto cinematografico grazie alla duttilità della sua vena compositiva.
È venuto a mancare all'età di 67 anni, per un attacco di cuore, nella sua dimora californiana sulle colline di Hollywood.
Indice[nascondi]
1 Premi
2 Nomination
3 Filmografia parziale
4 Bibliografia
5 Collegamenti esterni
Premi [modifica]
1979 - Oscar alla migliore colonna sonora per A Little Romance
1979 - Premio César per la migliore musica da film per Preparate i fazzoletti
1980 - Premio César per la migliore musica da film per L'amore fugge
1981 - Premio César per la migliore musica da film per L'ultimo metrò
Nomination [modifica]
Oscar alla migliore colonna sonora:
1969 - Anna dei mille giorni
1973 - Il giorno del delfino
1977 - Julia
1985 - Agnese di Dio
Golden Globe per la migliore colonna sonora:
1973 - Il giorno del delfino
1979 - A Little Romance
Filmografia parziale
Hiroshima mon amour di Alain Resnais (1959)
Asfalto che scotta di Claude Sautet (1960)
Tirate sul pianista di François Truffaut (1960)
L'affare Nina B. di Robert Siodmak (1961)
Jules e Jim di François Truffaut (1962)
Antoine e Colette di François Truffaut episodio de L'amore a vent'anni (1962)
Il disprezzo di Jean-Luc Godard (1963)
Mata-Hari di Jean-Louis Richard (1964)
L'uomo di Rio di Philippe de Broca (1964)
La calda amante di François Truffaut (1964)
L'uomo di Hong-Kong di Philippe de Broca (1965)
Amori di una calda estate di Juan Antonio Bardem (1965)
Viva Maria! di Louis Malle (1965)
Un uomo per tutte le stagioni di Fred Zinnemann (1966)
Tutti pazzi meno io di Philippe de Broca (1966)
Di pari passo con l'amore e la morte di John Huston (1969)
Anna dei mille giorni di Charles Jarrott (1969)
Non tirate il diavolo per la coda di Philippe de Broca (1969)
Donne in amore di Ken Russell (1969)
Il conformista di Bernardo Bertolucci (1970)
Le due inglesi di François Truffaut (1971)
Mica scema la ragazza! di François Truffaut (1972)
Il giorno dello sciacallo di Fred Zinnemann (1973)
Il giorno del delfino di Mike Nichols (1973)
Effetto notte di François Truffaut (1973)
L'incorreggibile di Philippe de Broca (1975)
Julia di Fred Zinnemann (1977)
Disavventure di un commissario di polizia di Philippe de Broca (1978)
L'amore fugge di François Truffaut (1978)
Preparate i fazzoletti di Bertrand Blier (1979)
A Little Romance di George Roy Hill (1979)
L'ultimo metrò di François Truffaut (1980)
Ricche e famose di George Cukor (1981)
La signora della porta accanto di François Truffaut (1981)
Finalmente domenica! di François Truffaut (1982)
Vacanze africane di Philippe de Broca (1983)
Silkwood di Mike Nichols (1983)
Agnese di Dio di Norman Jewison (1985)
Platoon di Oliver Stone (1986)
Consiglio di famiglia di Costa-Gavras (1986)
Salvador di Oliver Stone (1986)
Les Chouans! I rivoluzionari bianchi di Philippe de Broca (1988)
Collegamenti esterni
(FR) Versione on-line della biografia di Frédéric Gimello-Mesplomb
(FR, EN) Sito ufficiale
(FR) Biografia
(EN) Discografia a Soundtrackguide.net
Portale Cinema
Portale Musica
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Categorie: Biografie Compositori francesi BioBot Premi Oscar alla migliore colonna sonora Autori di colonne sonore

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domenica 25 novembre 2007

Film "Basquiat


Basquiat
Cast
Willem Dafoe, Christopher Walken, Claire Forlani, Michael Wincott, Courtney Love, Paul Bartel, Elina Löwensohn, Jean-claude La marre, Parker Posey
Regia
Julian Schnabel
Sceneggiatura
Julian Schnabel
Genere
Drammatico
Distribuito da
RCS - U.I.P. - RCS FILMS & TV
"BASQUIAT" Trama
Nel 1981 a New York, Jean-Michel Basquiat è un diciannovenne senza idee precise sul proprio futuro. Ha una grande passione per il disegno e la esplica in maniera irregolare facendo graffiti. Non ha fissa dimora e si muove nel sottobosco artistico newyorchese. In un bar fa disegni per la cameriera Gina con la quale comincia una relazione. L'amico Benny lo esorta ad andare avanti. Un giorno trova il coraggio per mostrare alcuni cartoncini ad Andy Warhol che ne apprezza la qualità. Comincia così una scalata che lo porta al grande successo di pubblico e di critica. Ma ciò non basta a far scomparire le sue forti pulsioni autolesioniste. Muore nel 1988 a 26 anni.

Jeffrey Wright as Jean-Michel Basquiat

The Jean-Michel Basquiat Show

Jean-Michel Basquiat
























Jean Michel Basquit

Pittore


Jean-Michel Basquiat
Jean-Michel Basquiat (Brooklyn, 22 dicembre 1960New York, 12 agosto 1988) è stato un pittore e graffitista statunitense.
E’ stato uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano, riuscendo a portare, insieme a Keith Haring, questo movimento dalle strade metropolitane di oggi alle gallerie d’arte.
Indice[nascondi]
1 Biografia
1.1 SAMO
1.2 Oltre la strada
1.3 Andy Warhol
1.4 La discesa
2 Voci correlate
Biografia [modifica]
Jean-Michel Basquiat, figlio dell’haitiano Gerard Basquiat e Matilde Andradas, inizia a manifestare interesse per il disegno fin da quattro anni, ispirato dai cartoni animati televisivi. Un amore per l‘arte trasmessogli dalla madre, la quale lo accompagna spesso al Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum ed al Museum of Modern Art of New York.
Nel 1968 viene investito da una macchina e gravi lesioni interne obbligano i medici all'asportazione della milza.Durante il mese di degenza al King’s County, la madre gli regala un libro di anatomia di Henry Gray, che lo influenzerà molto. Riporterà molti elementi anatomici nelle sue opere artistiche. Gray si chiamerà anche il gruppo musicale che Basquiat fonderà insieme agli amici Vincent Gallo, Michael Holman, Wayne Clifford, Nick Taylor e Shannon Dowson.
SAMO [modifica]
Quando Jean-Michel ha sette anni i genitori Matilde e Gerard divorziano. Nel 1976 Jean-Michel inizia a frequentare la City-as-School a Manhattan, per ragazzi dotati a cui non si addice il tradizionale metodo didattico. È lì che nel 1977, a 17 anni, stringe amicizia con Al Diaz, un giovane graffitista che operava sui muri della Jacob Riis, a Manhattan.
Insieme all’amico, Basquiat acquista piena consapevolezza della propria vocazione artistica, i due inoltre iniziano a fare uso di stupefacenti come il trip (dose di LSD) ed uniscono le loro capacità iniziando a produrre graffiti per le strade di New York firmandosi con l’acronimo di SAMO “SAMe Old Shit” (letteralmente la solita vecchia merda), propagandando con bomboletta spray e pennarello indelebile idee ermetiche, rivoluzionarie ed a volte insensate, come “SAMO© SAVES IDIOTS” (SAMO© salva gli idioti). Nonostante questo sodalizio artistico giunga ad un grande successo underground, la coppia Basquiat-Diaz, ormai convinta di avere aspirazioni artistiche differenti, si scioglie nel 1978 affiggendo ai muri di Manhattan l’annuncio “SAMO IS DEAD”. Da quel momento in poi Basquiat non utilizzerà mai più il nome SAMO.
Oltre la strada [modifica]
Nel 1978 lascia gli studi alla City-as-School, ritenendoli inutili, ed abbandona la casa del padre, guadagnandosi da vivere vendendo delle cartoline da lui decorate. Sarà proprio il tentativo di vendere una delle sue cartoline che cambierà il corso della sua vita: entrato in un ristorante di SoHo, Basquiat avvicina Henry Geldzahler ed Andy Warhol il quale comprerà alcune delle sue opere.
Passeranno però alcuni anni prima che Jean-Michel riesca ad entrare nella "Factory" del re della Pop-Art. Diventa cliente fisso dei due Club più esclusivi nella scena socio-culturale di New York: il Club 57 ed il Mudd Club, frequentati anche dallo stesso Warhol, da Madonna e da Keith Haring, con il quale stringerà un’amicizia che durerà fino alla morte.
Nel 1980 Jean-Michel partecipa al Time Square Show, retrospettiva organizzata da un gruppo di artisti, alla quale farà il suo formale debutto newyorkese anche Haring. Questo evento riconosce la nascita di due nuove avanguardie della Grande Mela: la downtown (neopop) e la uptown (rap e graffiti).
Il 3 agosto 1980 suona per l’ultima volta al Mudd Club insieme al suo gruppo Gray assieme a Vincent Gallo. Sempre lo stesso anno, Glenn O’Brian lo sceglie per interpretare se stesso nel film-documentario "New York Beat", che uscirà nelle sale solo nel 2001 con il nome di Downtown 81. O’Brian lo aiuterà inoltre a vendere alcune tele ai membri della produzione.
Nel 1981 partecipa alla retrospettiva New York/New Wave, insieme ad altri artisti come Robert Mapplethorpe, Keith Haring, Andy Warhol e Kenny Sharf. Il poeta e critico d'arte Rene Ricard pubblica "The Radiant Child" sulla rivista "Artforum", pubblicizzando Basquiat ed il suo percorso artistico.
La prima mostra personale di Jean-Michel avviene nel marzo del 1982 a Modena e, contemporaneamente a New York nella galleria di Annina Nosei, riscuotendo apprezzamenti da parte del pubblico e dei critici. La Svizzera ospita una sua retrospettiva presso la Galerie Bischofberger. Allo stesso modo espone in dicembre alla Delta di Rotterdam. Rientrato in America, produce un disco Hip-hop e nello stesso periodo conosce Madonna con cui ha una breve storia ma a cui rimane legato tanto che la popstar dieci anni dopo finanzierà la retrospettiva a lui dedicata al Whitney Museum di New York e nel 1996 pubblicò un breve ma sentito ricordo di lui sul Guardian Andy Warhol [modifica]
Nel 1983 stringe una forte amicizia con Andy Warhol, il quale lo aiuta a sfondare nel mondo dell’arte come fenomeno mondiale emergente. I dipinti di Jean-Michel erano caratterizzati da immagini rozze, infantili, facendo riferimento alla Art Brut di Jean Dubuffet. L’elemento che però contraddistingue l’arte di Basquiat è essenzialmente l’utilizzo delle parole, inserite nei suoi dipinti come parte integrante, ma anche come sfondo, cancellate, a volte anche per attrarre l’attenzione dello spettatore.
Nel 1984, insieme ad Andy Warhol e a Francesco Clemente, inizia una serie di collaborazioni, di dipinti a “sei mani” commissionati da Bruno Bischofberger.A scopo artistico personale dipinge un altro ciclo di opere insieme al solo Warhol, eseguendo oltre cento quadri, nei quali è riconoscibile l'apporto di entrambi, e allestendo una mostra comune il cui manifesto presenta in maniera eloquente i due artisti come protagonisti di un incontro di boxe. La boxe era per Basquiat un modo di vivere, e paragonava spesso l'arte ad un ring su cui combattere.
A settembre alcune delle opere eseguite in collaborazione con gli altri due artisti vengono esposte a Zurigo. Proprio nel settembre il New York Times definisce Basquiat "la mascotte di Warhol", questo unito evidentemente all'eccesso nell’uso delle droghe e alla sua progressiva tossicodipendenza che Warhol non riesce ad arrestare, porta Basquiat a soffrire anche di frequenti disturbi psichici. Con il tempo, questi lo porteranno a pensare di essere sfruttato dai commercianti d’arte e dallo stesso Warhol, che abbandonerà di lì a poco. La discesa [modifica]
Nel 1985 Jean-Michel espone nuovamente alla Galerie Bischofberger di Zurigo, alla Mary Boone Gallery di New York ed alla Akira Ikeda di Tokio, ma oramai è schiavo della droga nonostante molti dei suoi amici, vittime dei suoi attacchi paranoici, tentino di aiutarlo a disintossicarsi.
Basquiat appare sulla copertina del The New York Times Magazine con il titolo "New Art, New Money: The Marketing of an American Artist". Nel 1986 espone ancora una volta le sue opere a Zurigo, poi ad Abidjan, in Costa d’Avorio, facendo il suo primo viaggio in Africa.
Poco dopo si interrompono i rapporti con Mary Boone, fino ad allora suo agente commerciale newyorkese. Il pubblico ed i critici iniziano a non accettare più i suoi lavori con l’entusiasmo di un tempo. Nel 1987, con la morte di Warhol, a causa di una mal riuscita operazione alla cistifellea, entra in una violenta fase di tossicodipendenza: il suo forte attaccamento al re della Pop-Art fino alla fine, lo conduce all'abuso di droga per superare il trauma.
Basquiat espone ancora a New York nella galleria del cugino di Tony Shafrazi, Vrej Baghoomian, il suo ultimo mercante, poi inizia un tentativo di disintossicazione che non porterà mai a termine: muore il 12 agosto del 1988, per una grave overdose di eroina. Aveva solo ventisette anni, come Jimi Hendrix e Janis Joplin.
Viene soprannominato il James Dean dell’arte moderna, essendo riuscito a scalare quel mondo con grande velocità, ma a scomparire in un tempo ancora minore. La stessa sorte toccherà anche all’amico Haring, morto di AIDS due anni dopo, che il 17 agosto lo accompagnerà nell’ultimo viaggio, insieme a Francesco Clemente ed altri stretti amici, al cimitero di Greenwood a Brooklyn.

giovedì 22 novembre 2007

Il testo della canzone Moon River

E ... una possibile interpretazione

Fiume Fatato
infinita vastità
ti varcherò con classe
un giorno futuro.
Oh, tu che evochi i sogni,
che spezzi i cuori,
ovunque il tuo scorrere
seguirò.
Insieme, alla deriva
liberi di riflettere un mondo,
dove ci sono ancora tante cose
da scoprire.Entrambi protesi
verso lo stesso
inafferrabile limite dell'arcobaleno,follemente sospesi,
il mio amico color del mirtillo
il Fiume Fatato ed io.

Moon river/ Audrey Hepburn

Testo della canzone " Monn River"

Il testo della canzone Moon River

Moon River
Wider Than a Mile
I'm
Crossin' You In Style
Some Day
Oh, Dream Makeryou Hea
You Heartbreaker
Wheever You're Goin'
I'm Goin' Your Way
Two Drifters
Off To See The World
There's Such a Lot Of World
To See
We're After
The Same Rainbow's End
Waitin' 'Round The Bend
My Huckleberry Friend
Moon River

martedì 20 novembre 2007

Audrey Hepburn Tribute

Audrey Hepburn

Audrey Hepburn



Audrey Hepburn
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Audrey Hepburn (all'anagrafe Audrey Kathleen Ruston) (Bruxelles, 4 maggio 1929Tolochenaz, 20 gennaio 1993) è stata un'attrice britannica.
Cresciuta in Olanda sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi approdare al teatro e infine al cinema.
Vincitrice di un Oscar, di un Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy e di due premi Tony, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta.
Nel corso della sua carriera lavorò con registi come Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards e divenne famosa grazie a ruoli come quello della Principessa Anna in Vacanze romane (1953) (interpretazione che le valse l'Oscar come migliore attrice), di Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961) e di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady (1964).
Negli anni settanta e ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, avendo deciso di dedicarsi alla sua famiglia. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e da quel momento, fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette la Medaglia Presidenziale della Libertà (Presidential Medal of Freedom) e il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award).
Audrey Hepburn ha una sua stella sull'Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.
Indice[nascondi]
1 Biografia
1.1 Gli inizi
1.2 Hollywood
1.3 La vita privata
2 Il lavoro per l'UNICEF
3 Carriera
3.1 Cinema
3.2 Teatro e Televisione
4 Curiosità
5 Note
6 Bibliografia
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia [modifica]
Gli inizi [modifica]
Nata a Bruxelles come Audrey Kathleen Ruston[1], era figlia di Joseph Anthony Ruston, britannico, e della sua seconda moglie, la baronessa Ella van Heemstra[2], un'aristocratica olandese. Anni dopo, il padre della Hepburn aggiunse il cognome della nonna materna, Kathleen Hepburn, a quello della famiglia, trasformandolo così in Hepburn-Ruston[2]. Aveva due fratellastri, Arnoud Robert Alexander e Ian Edgar Bruce[2], che la madre ebbe dal suo primo matrimonio con un nobile olandese, Hendrik Gustaaf Adolf Quarles van Ufford[2]. La famiglia della Hepburn contava, tra i suoi avi, Edoardo III d'Inghilterra e James Hepburn, quarto Conte di Bothwell, dal quale potrebbe essere discesa anche Katharine Hepburn[3].
Il lavoro del padre presso una compagnia di assicurazioni britannica obbligò la famiglia a frequenti spostamenti tra il Belgio, l'Inghilterra e l'Olanda. Nel 1935 i genitori della Hepburn divorziarono e suo padre, simpatizzante del Nazismo[4], abbandonò la famiglia[5]. Più tardi l'attrice dichiarò che quello fu il momento più traumatico della sua vita. Anni dopo, tramite la Croce Rossa, riuscì a ritrovare il padre che si era trasferito a Dublino. Rimase in contatto con lui, aiutandolo anche finanziariamente, fino alla sua morte. Nel 1939, la madre si trasferì, insieme ai figli, nella città di Arnhem in Olanda, pensando di aver trovato un luogo sicuro dagli attacchi nazisti. Lì la Hepburn frequentò il Conservatorio di Arnhem dal 1939 al 1945, dove studiò danza. Nel 1940 i Tedeschi invasero Arnhem. Durante la guerra la Hepburn cambiò il suo nome in Edda van Heemstra, a causa del suono "inglese", considerato pericoloso, del suo vero nome.
Verso il 1944 Audrey Hepburn era divenuta una ballerina a tutti gli effetti. Partecipava a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Anni dopo disse:
Il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine dello spettacolo »
(Audrey Hepburn al Coronet, Gennaio, 1955)
Dopo lo sbarco in Normandia delle forze alleate, la situazione sotto gli occupanti nazisti peggiorò. Durante la carestia dell'inverno 1944, la brutalità crebbe e i nazisti confiscarono le limitate riserve di cibo e carburante della popolazione olandese. Senza riscaldamento nelle case o cibo da mangiare, la popolazione moriva di fame o congelata nelle strade. Sofferente per la malnutrizione, la Hepburn sviluppò diversi problemi di salute e l'impatto di quei tempi difficili avrebbe dato forma alla sua vita e ai suoi valori.
L'Olanda viene liberata il 4 maggio 1945, giorno del suo sedicesimo compleanno. Anni dopo, parlando della liberazione di Arnhem, la Hepburn dirà:
« ...l'incredibile sensazione di conforto nel ritrovarsi liberi, è una cosa difficile da esprimere a parole. La libertà è qualcosa che si sente nell'aria. Per me, è stato il sentire i soldati parlare inglese, invece che tedesco e l'odore di vero tabacco che veniva dalle loro sigarette »
( da An Audrey Hepburn Biography)
Dopo un soggiorno di tre anni ad Amsterdam dove continuò i suoi studi di danza, Audrey Hepburn si trasferì a Londra, nel 1948. Nella capitale inglese prese lezioni da Marie Rambert, insegnante di danza che contava tra i suoi allievi il famoso ballerino Vaclav Nižinskij. La Rambert spiegò alla futura attrice che, a causa della sua altezza (circa 1 metro e 70) e della malnutrizione sofferta durante il periodo bellico, le sue chances di diventare una prima ballerina erano minime. Forse anche in seguito a questa dichiarazione, la Hepburn si decise a tentare la carriera di attrice. Quando l'attrice divenne famosa nell'ambiente cinematografico, la Rambert, intervistata dalla rivista Time, disse:
« Era un'allieva meravigliosa. Se avesse perseverato, sarebbe diventata un'incredibile ballerina »
(Marie Rambert a Time, 7 settembre 1953)
La sua carriera d'attrice iniziò con un documentario educativo: Nederlands in Sieben Lessen (L'olandese in 7 lezioni), del 1948[6]. Iniziò, poi, a recitare in teatro, in una serie di musical. Il suo primo ruolo per il grande schermo fu nel film a produzione britannica One Wild Oat, del 1951. In seguito interpretò una serie di ruoli minori in diverse produzioni cinematografiche. Durante le riprese di Vacanze a Montecarlo (Monte Carlo Baby) (1951), la scrittrice Colette, il cui romanzo Gigi era stato recentemente trasformato in una commedia per Broadway, la scelse per interpretare proprio la parte della protagonista. La commedia aprì i battenti il 24 novembre 1951, riscuotendo un discreto successo di critica e molte lodi per l'interpretazione della Hepburn[7]. Le repliche a New York durarono sei mesi e la Hepburn vinse il premio Theatre World Award per il suo debutto.
Il suo primo ruolo significativo, nel cinema, fu nel film del 1952 The Secret People, nel quale interpretava una talentuosa ballerina, ruolo che le permise di mettere a frutto le tante lezioni di danza ricevute.
Hollywood [modifica]
Nel 1952 la Hepburn si sottopose ad un provino per il nuovo film del regista statunitense William Wyler, Vacanze Romane.
La Paramount Pictures, che produceva il film, voleva nel ruolo della protagonista l'attrice inglese Elizabeth Taylor, ma dopo aver visto il provino della Hepburn, Wyler si convinse ad assegnarle il ruolo principale, quello della Principessa Anna.
Racconta Wyler: «All'inizio, recitò la scena del copione, poi si sentì qualcuno gridare 'Taglia!', ma le riprese in realtà continuarono. Lei si alzò dal letto e chiese, "Com'era? Sono andata bene?". Si accorse che tutti erano silenziosi e che le luci erano ancora accese. Improvvisamente, realizzò che la cinepresa stava ancora girando... Aveva tutto quello che stavo cercando, fascino, innocenza e talento. Inoltre era molto divertente. Era assolutamente incantevole, e ci dicemmo, "È lei!"»[8].
Le riprese iniziarono nell'estate del 1952. Dopo due settimane dall'inizio dei lavori, Gregory Peck che interpretava il ruolo maschile principale, chiamò il suo agente chiedendo che, nei titoli, il nome della Hepburn fosse grande e importante quanto il suo, perché, come racconterà ai giornalisti della rivista Entertainment Weekly: «Sono abbastanza intelligente da capire che questa ragazza vincerà l'Oscar nel suo primo film e sembrerò uno sciocco se il suo nome non è in cima, insieme al mio»[8]. Come da lui predetto la Hepburn vinse l'Oscar come migliore attrice protagonista, nel 1954. Oltre all'Oscar, ricevette anche un BAFTA come miglior attrice.
In seguito all'immediata celebrità raggiunta grazie al film, un'illustrazione del volto di Audrey Hepburn fu pubblicato sulla copertina di Time del 7 settembre 1953[9].
L'interpretazione della Hepburn ricevette molte critiche positive:
« Sebbene non sia nuova al lavoro cinematografico, Audrey Hepburn, l'attrice britannica che è stata la protagonista per la prima volta come la Principessa Anna, è una sottile, elfica, malinconica bellezza, al tempo stesso regale e infantile nel suo profondo apprezzare i semplici piaceri e l'amore. Benché sorrida coraggiosamente alla fine della storia, rimane una figura solitaria e penosa che deve affrontare un futuro soffocante. »
(A. H. Weiler, New York Times, 28 agosto, 1953)
Dopo la fine delle riprese, tornò a New York dove iniziò le repliche di Gigi per altri otto mesi. Le venne offerto un contratto per sette film con la Paramount, con pause di dodici mesi tra un film e l'altro per permetterle di recitare a teatro[10].
Dopo l'esperienza di Vacanze romane, fu chiamata ad interpretare il ruolo della protagonista femminile nel film di Billy Wilder, Sabrina, accanto a Humphrey Bogart e William Holden. La Hepburn fu affidata allo stilista francese Givenchy per decidere il suo guardaroba. Quando gli fu detto che la «signorina Hepburn» voleva incontrarlo, Givenchy pensò di veder arrivare Katharine Hepburn. Invece si trovò davanti Audrey Hepburn, ma non ne fu deluso. I due, infatti, strinsero da allora un'amicizia sia lavorativa che affettiva che sarebbe durata tutta la vita. Lo stilista ricordava bene il loro primo incontro:
« Le dissi, "Mademoiselle, mi piacerebbe aiutarla, ma ho poche cucitrici e sto lavorando ad una collezione, non posso farle dei vestiti." Allora lei disse, "Mi mostri quel che ha creato per la collezione." Si provò i vestiti. "È esattamente ciò di cui ho bisogno!", esclamò, e le stavano davvero bene. Sapeva perfettamente ciò che voleva. »
( da L'Ange des enfants)
Per Sabrina, la Hepburn ricevette nuovamente una nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista, ma il premio andò a Grace Kelly. Il film ricevette un Oscar per i migliori costumi e lanciò la Hepburn nell'Olimpo delle star hollywodiane.
Nel 1954 tornò sui palcoscenici interpretando il ruolo principale in Ondine, insieme all'attore e regista statunitense Mel Ferrer, con il quale si sarebbe sposata proprio quell'anno. Durante le rappresentazioni dello spettacolo teatrale, la Hepburn ricevette un Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico, oltre al succitato Oscar per Vacanze romane. Sei settimane dopo aver ricevuto l'Oscar ricevette un Tony Award come migliore attrice per la sua interpretazione in Ondine.
Verso la seconda metà degli anni cinquanta, Audrey Hepburn era diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e un'icona dello stile. La sua figura snella e il suo ben noto buon gusto erano ammirati e imitati. Diventata una delle maggiori attrazioni del cinema hollywoodiano, iniziò a lavorare con attori sempre più importanti, come Fred Astaire, Maurice Chevalier, Gary Cooper, Cary Grant e molti altri volti noti del cinema statunitense e internazionale.
Cenerentola a Parigi (Funny Face), girato nel 1957 fu uno dei film preferiti della Hepburn, anche perché le offrì l'occasione, dopo tanti anni passati a studiare danza, di ballare insieme a Fred Astaire. La storia di una monaca (The Nun's Story), del 1959, vide l'attrice affrontare una delle sue interpretazioni più difficili. Films in Review scrisse: «la sua interpretazione chiuderà la bocca per sempre a quelli che pensavano a lei più come ad un simbolo di una donna sofisticata che come ad un'attrice. La sua interpretazione della Sorella Luke è una delle migliori mai viste sul grande schermo»[11].
Il personaggio di Holly Golightly, da lei impersonato nel film Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's), tratto dal romanzo di Truman Capote e diretto da Blake Edwards nel 1961, venne considerato come una delle figure più incisive e rappresentative del cinema statunitense del ventesimo secolo. Intervistata a proposito di un personaggio così insolito per lei, la Hepburn disse:
« Sono un'introversa. Interpretare una ragazza estroversa è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto. »
( da With A Little Bit Of Luck And Plenty Of Talent, New York Times)
Nel 1963 la Hepburn recitò in Sciarada (Charade), diretto da Stanley Donen, insieme a Cary Grant che aveva precedentemente rifiutato di recitare in Vacanze romane e Sabrina. Fu la prima e ultima volta che i due lavorarono insieme in un film. L'anno successivo, tuttavia, Cary Grant dichiarò scherzosamente:
« L'unico regalo che desidero per natale è un altro film con Audrey Hepburn! »
(Cary Grant su Motion Picture, maggio, 1964)
Nel 1964 fu impegnata in uno dei suoi ruoli più famosi, quello di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady. Venne scelta al posto dell'allora poco conosciuta Julie Andrews, che aveva interpretato il ruolo di Eliza a Broadway. Inizialmente la Hepburn rifiutò il ruolo e chiese che fosse assegnato alla Andrews, ma quando le dissero che la parte sarebbe, in alternativa, andata ad Elizabeth Taylor, e mai alla Andrews, decise di accettare. Durante la lavorazione del film, la Hepburn scoprì di essere stata doppiata nei pezzi musicali. In segno di protesta se ne andò dal set, per tornare il mattino seguente scusandosi per il suo comportamento. Solo due canzoni, nel film, sono effettivamente cantate dalla Hepburn. Doppiaggio a parte, molti critici ritennero l'interpretazione della Hepburn eccellente.
Nel 1967, recitò in Due per la strada (Two for the Road), diretto da Stanley Donen, film strutturato in maniera piuttosto innovativa per l'epoca e che affrontava il tema del divorzio. Caso volle che, proprio in quel periodo, la Hepburn vivesse un momento di profonda crisi con il marito Mel Ferrer. Il film successivo, Gli occhi della notte (Wait Until Dark) fu per lei una prova difficile, sia per il ruolo particolarmente impegnativo (quello di una donna cieca), sia a causa dell'imminente divorzio da Ferrer che era il produttore del film. Per la sua interpretazione la Hepburn ricevette un'altra nomination come migliore attrice che, però, non vinse.
Dal 1967 in poi, lavorò in maniera molto sporadica. Dopo il divorzio da Ferrer, la Hepburn aveva sposato uno psichiatra italiano, Andrea Dotti con il quale aveva avuto il suo secondo figlio, Luca. La gravidanza fu molto difficile e l'attrice dovette rimanere quasi tutto il tempo a letto. Con l'arrivo di Luca, la Hepburn decise di diminuire i suoi impegni di attrice e di dedicarsi alla famiglia. Nel 1976 fu accanto a Sean Connery in Robin e Marian (Robin and Marian), film che ebbe un successo moderato. Nel 1979 interpretò il ruolo principale in Linea di sangue (Bloodline), ma il film fu un fallimento di critica e di botteghino.
L'ultimo ruolo importante della sua carriera cinematografica fu nel 1981, accanto a Ben Gazzara, nella commedia ...e tutti risero (They All Laughed), diretta da Peter Bogdanovich che ricevette un buon successo di critica, ma che fu presente nelle sale per un periodo molto breve.
La sua ultima apparizione sul grande schermo fu un cammeo nel film di Steven Spielberg Always - Per sempre (Always), nel 1988. Nel film, che non ebbe un grande successo, interpretava il ruolo di un angelo. Negli ultimi mesi della sua vita, lavorò in televisione come presentatrice del programma Gardens of the World with Audrey Hepburn, la cui prima puntata andò in onda il giorno successivo alla sua morte e per il quale ricevette un Emmy postumo. In quest'ultimo periodo la Hepburn registrò anche un album di letture di fiabe, Audrey Hepburn's Enchanted Tales, che le valse un Grammy, anch'esso postumo.
La vita privata [modifica]
« ...se fossi occupata a lavorare come attrice, mi sentirei come se stessi derubando la mia famiglia, mio marito e i miei figli, derubandoli dell'attenzione che dovrebbero ricevere »
(da L'Ange des enfants)
Agli inizi della sua carriera, Audrey Hepburn era fidanzata ufficialmente con l'imprenditore britannico James Hanson. Poco dopo aver preso la decisione di sposarsi, tuttavia, il matrimonio saltò, a causa del fatto che la carriera della novella attrice li avrebbe tenuti lontani troppo a lungo[12].
Nel corso della sua vita si sposò due volte, nel 1954, con l'attore statunitense Mel Ferrer e nel 1969, con lo psichiatra italiano Andrea Dotti. Ebbe due figli, uno da ciascun matrimonio.
Audrey Hepburn incontrò Mel Ferrer ad una festa organizzata da Gregory Peck. L'attrice lo aveva visto nel film Lili ed era rimasta colpita dalla sua interpretazione. Qualche tempo dopo la festa, Ferrer inviò alla Hepburn il copione della commedia teatrale Ondine e l'attrice accettò il ruolo offertole. Le prove iniziarono nel gennaio 1954 e i due si sposarono il 25 settembre dello stesso anno[13]. La coppia divenne famosa per il suo affiatamento. Prima di riuscire ad avere il loro primo figlio, Sean, nato nel 1960, la Hepburn ebbe due aborti spontanei, uno in seguito ad una caduta da cavallo, durante la lavorazione del film Gli inesorabili (The Unforgiven). Durante la permanenza in ospedale a causa dell'incidente, Ferrer le regalò il cerbiatto che era stato usato nel film Verdi dimore (Green Mansions). Lo chiamarono Ip. L'attrice amava molto gli animali e ne ospitò diversi, in casa. Anche il cerbiatto fu tenuto come animale domestico.
La Hepburn ebbe altri due aborti spontanei, uno nel 1965 e l'ultimo nel 1974[14].
Il matrimonio con Ferrer durò 14 anni, fino al 1968. Negli ultimi anni della loro unione, si diceva che Ferrer vedesse altre donne, mentre al tempo stesso molti giornali riportarono una presunta relazione della Hepburn con l'attore Albert Finney, con il quale aveva interpretato Due per la strada (Two for the Road). Lei negò decisamente. Prima di divorziare la coppia aveva comunque deciso di separarsi. Durante questo periodo l'attrice aveva incontrato lo psichiatra italiano Andrea Dotti durante una crociera e se ne era innamorata. La Hepburn pensò di poter finalmente smettere di lavorare e di poter avere altri figli. Si sposarono il 18 gennaio 1969 ed ebbero un figlio, Luca, nato nel 1970. Sebbene probabilmente Dotti amasse sua moglie, il matrimonio fu ben presto rovinato dalle numerose relazioni extraconiugali del dottore. Il matrimonio durò, tuttavia, 13 anni e finì nel 1982 quando i due figli della Hepburn furono grandi abbastanza per vivere con una madre single. Mentre con Ferrer l'attrice aveva rotto quasi completamente ogni rapporto, rimase in contatto con Dotti, per il bene del figlio Luca, ancora adolescente.
Mentre era ancora sposata con Dotti, aveva incontrato l'attore olandese Robert Wolders, vedovo dell'attrice Merle Oberon. Sei mesi dopo la fine del matrimonio con il dottore italiano, la Hepburn e Wolders si incontrarono nuovamente e poco tempo dopo iniziarono a convivere, trasferendosi in Svizzera. Non si sposarono mai. I due affrontarono insieme molti viaggi, per conto dell'UNICEF.
Nel 1992, tornata da un viaggio in Somalia, la Hepburn soffrì di forti dolori allo stomaco. Dopo essere stata visitata da un medico svizzero, in ottobre, volò a Los Angeles per essere vista da medici più esperti. I dottori che la visitarono scoprirono l'esistenza di un cancro che era cresciuto lentamente, nel corso di anni, all'interno del suo colon. Fu operata a novembre. Un mese più tardi dovette essere operata una seconda volta a causa di nuovi dolori e il chirurgo giunse alla conclusione che il cancro era troppo esteso per essere curato. A causa delle sue condizioni le era impossibile utilizzare un volo di linea per tornare a casa, quindi il suo vecchio amico Givenchy chiese ad un conoscente di inviarle un jet privato che l'avrebbe riportata in Svizzera. L'uomo fece riempire di fiori la cabina che l'avrebbe ospitata.
Audrey Hepburn morì il 20 gennaio 1993 a Tolochenaz (Canton Vaud, Svizzera), dove fu sepolta. Aveva sessantatré anni. Al funerale, oltre ai figli e a Wolders, erano presenti Mel Ferrer, Andrea Dotti, Hubert de Givenchy, rappresentanti dell'UNICEF e gli attori e amici Alain Delon e Roger Moore. Ad officiare il funerale era il sacerdote Maurice Eindiguer che, trentanove anni prima, aveva sposato la Hepburn e Ferrer[14].
Lo stesso anno della sua morte, il figlio Sean fondò l'Audrey Hepburn Children's Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani.
Il lavoro per l'UNICEF [modifica]
« Chi non crede nei miracoli, non è un realista. »
(da L'Ange des enfants)
Poco tempo dopo la sua ultima apparizione cinematografica nel 1988, Audrey Hepburn fu nominata ambasciatrice speciale dell'UNICEF. Da quel momento fino alla sua morte la Hepburn si dedicò all'aiuto dei bambini dei paesi poveri del mondo. I suoi viaggi intorno al mondo furono facilitati anche dalla sua conoscenza delle lingue (oltre all'inglese, parlava fluentemente il francese, l'italiano, l'olandese e lo spagnolo).
La sua prima missione su campo fu in Etiopia, nel 1988. Visitò l'orfanotrofio di Mek'ele e fece in modo che l'UNICEF inviasse cibo ai 500 bambini che vi erano ospitati. Del suo primo viaggio la Hepburn disse:
« Mi si è spezzato il cuore. Non posso sopportare l'idea che due milioni di persone stiano morendo di fame. [...] Il termine "Terzo Mondo" non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo »
(da L'Ange des enfants)
Negli anni a seguire, la Hepburn visitò, in veste di ambasciatrice, molti altri paesi, come la Turchia e diversi stati dell'America del Sud e del Centro America.
Nel 1989 si recò con Robert Wolders in missione in Sudan. A causa della guerra civile era difficile far arrivare cibo alla popolazione. La missione aveva come scopo quello di far giungere rifornimenti su un treno che arrivasse alla parte meridionale del paese. Sempre in compagnia di Wolders, quello stesso anno si recò in Bangladesh, mentre l'anno successivo la sua missione la portò in Vietnam, nel tentativo di collaborare con il governo su programmi di immunizzazione e di pulizia dell'acqua.
Nel settembre 1992, quattro mesi prima della sua morte, la Hepburn arrivò in Somalia. Definì quel suo viaggio "apocalittico", affermando che di tutte le situazioni difficili viste durante i suoi viaggi, quella della Somalia era infinitamente peggiore.
« Ci sono tombe ovunque. Lungo la strada, sulle rive dei fiumi, vicino ad ogni campo... ci sono tombe ovunque. »
(da L'Ange des enfants)
Nel 1992 il Presidente degli Stati Uniti, George H. W. Bush, la premiò con uno dei più importanti riconoscimenti attribuibili ad un civile statunitense, la Medaglia Presidenziale della Libertà (Presidential Medal of Freedom)[15], a riconoscimento del suo impegno con l'UNICEF e, poco dopo la sua morte, l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences la premiò con il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award) per il suo contributo all'umanità, premio ritirato da suo figlio Sean Hepburn Ferrer.
Del suo lavoro per l'UNICEF il figlio Sean, durante un'intervista, dirà: «Dopo una vita vissuta in parte come una tortura e una lotta per riuscire ad avere una carriera indipendente e l'autonomia finanziaria per sé e la sua famiglia, senza capire mai fino in fondo quello che la gente vedeva in lei - quello che era il suo fascino - ha trovato nella missione per l'Unicef il modo di ringraziare il suo pubblico e "chiudere il cerchio" della sua esistenza così breve»[16].
Carriera [modifica]
Cinema [modifica]
One Wild Oat, regia di Charles Saunders (1951)
Racconti di giovani mogli (Young Wives' Tale), regia di Henry Cass (1951)
Risate in paradiso (Laughter in Paradise), regia di Mario Zampi (1951)
L'incredibile avventura di Mr. Holland (The Lavender Hill Mob), regia di Charles Crichton (1951)
Vacanze a Montecarlo (Monte Carlo Baby), regia di Jean Boyer e Lester Fuller (1951)
Nous irons à Monte Carlo (versione francese di Vacanze a Montecarlo), regia di Jean Boyer (1952)
The Secret People, regia di Thorold Dickinson (1952)
Vacanze romane (Roman Holiday), regia di William Wyler (1953)
Sabrina (Sabrina), regia di Billy Wilder (1954)
Guerra e pace (War and Peace), regia di King Vidor (1956)
Cenerentola a Parigi (Funny Face), regia di Stanley Donen (1957)
Arianna (Love in the Afternoon), regia di Billy Wilder (1957)
Verdi dimore (Green Mansions), regia di Mel Ferrer (1959)
La storia di una monaca (The Nun's Story), regia di Fred Zinnemann (1959)
Gli inesorabili (The Unforgiven), regia di John Huston (1960)
Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's), regia di Blake Edwards (1961)
Quelle due (The Children's Hour), regia di William Wyler (1962)
Sciarada (Charade), regia di Stanley Donen (1963)
Insieme a Parigi (Paris - When It Sizzles), regia di Richard Quine (1964)
My Fair Lady (My Fair Lady), regia di George Cukor (1964)
Come rubare un milione di dollari e vivere felici (How To Steal a Million), regia di William Wyler (1966)
Due per la strada (Two for the Road), regia di Stanley Donen (1967)
Gli occhi della notte (Wait Until Dark), regia di Terence Young (1967)
Robin e Marian (Robin and Marian), regia di Richard Lester (1976)
Linea di sangue (Bloodline), regia di Terence Young (1979)
...e tutti risero (They All Laughed), regia di Peter Bogdanovich (1981)
Always - Per sempre (Always), regia di Steven Spielberg (1988)

Teatro e Televisione [modifica]
High Button Shoes (musical teatrale) (1949)
Sauce Tartare (musical teatrale) (1949)
Sauce Piquante (musical teatrale) (1950)
Gigi (spettacolo teatrale) (1951)
Rainy Day at Paradise Junction (serie tv) (1952)
Ondine (spettacolo teatrale) (1954)
Mayerling (film tv) (1957)
Amore tra ladri (Love Among Thieves), regia di Roger Young (film tv) (1987)
Gardens of the World with Audrey Hepburn (programma televisivo) (1993)
Curiosità [modifica]
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Nel film Cenerentola a Parigi, la madre della Hepburn apparve nel ruolo della padrona di un caffè sulla strada.
Secondo Gregory Peck la poesia preferita della Hepburn era Amore senza fine di Rabindranath Tagore.
Audrey Hepburn ha ispirato la figura della criminologa Julia Kendall, protagonista della serie a fumetti Julia, creata da Giancarlo Berardi, pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore.
Nel 2000 la Hepburn è stata impersonata da Jennifer Love Hewitt nel film per la tv The Audrey Hepburn Story.
Nel 2003, il Servizio Postale degli Stati Uniti fece uscire un francobollo illustrato da Michael J. Deas, raffigurante il volto dell'attrice.
In Cina, alcune immagini della Hepburn in Vacanze romane sono state ricolorate ed utilizzate per la pubblicità di un verde.
Nel 2006, il grande magazzino GAP produsse uno spot pubblicitario, utilizzando spezzoni della Hepburn mentre danza in Cenerentola a Parigi.
Il vestito nero di Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, fu messo all'asta da Christie's nel 2006 e venduto per la cifra di 467.200 sterline (circa 712.000 euro). Si trattava, però, di una copia del vestito utilizzato nel film, copia custodita da Givenchy, mentre quello realmente indossato dalla Hepburn si trova nel Museo del costume di Madrid.
Alla fine del mese di maggio del 2007, il vestito originale che l'attrice aveva indossato nel film Colazione da Tiffany è stato venduto all'asta per 192.000 dollari.
Non fu Marilyn Monroe l'unica a cantare i famosi auguri di compleanno al Presidente degli Stati Uniti, John Kennedy. Anche la Hepburn, il 29 maggio 1963, ultimo compleanno di Kennedy, cantò "Happy Birthday, dear Jack" al Presidente, che la considerava una delle sue attrici preferite.
I compagni di danza del 1948 dicevano che la Hepburn era comunque di una eleganza innata : possedeva 2 gonne e 2 camice ma aveva decine di foulard da abbinare, in questo modo era sempre perfetta [citazione necessaria]
Note [modifica]
^ http://www.thatface.org/3473.jpg
^ a b c d Donald Spoto. Audrey Hepburn. Frassinelli, 2006. ISBN 8876849335
^ Damion Matthews. Hepburn vs Hepburn, 6 ottobre, 1999
^ Martha Tichner. Audrey Hepburn, CBS Sunday Morning, 26 novembre, 2006
^ http://movies.aol.com/celebrity/audrey-hepburn/31869/biography
^ http://www.audreyhepburn.com/
^ An Audrey Hepburn Biography
^ a b http://www.audrey1.com/films/roman.html
^ http://www.time.com/time/covers/0,16641,19530907,00.html Copertina della rivista Time
^ Mike Connolly. Who Needs Beauty!, Photoplay, gennaio, 1954
^ http://audrey1.com/films/nun.html
^ Hyams, Joe. Why Audrey Hepburn Was Afraid Of Marriage, Filmland, gennaio, 1954
^ http://www.audreyhepburnlibrary.com/50s/images/everybodys3-10-56pg1.jpg
^ a b An Audrey Hepburn Biography
^ http://www.unicef.org/people/people_audrey_hepburn.html
^ Il momento di fare qualcosa è adesso, Lifegate, 7 novembre, 2005

Bibliografia [modifica]
Jessica Z. Diamond; Ellen Erwin. Audrey Hepburn. White Star, 2006. ISBN 8854005282
F. X. Feeney. Audrey Hepburn. Ediz. italiana, spagnola e portoghese. Taschen, 2006. ISBN 3822821659
Sean Hepburn Ferrer. Audrey Hepburn. Un'anima elegante. TEA, 2006. ISBN 8850211767
Donald Spoto. Audrey Hepburn. Frassinelli, 2006. ISBN 8876849335

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Collegamenti esterni [modifica]

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